Epidemia di vaiolo delle scimmie: dichiarata emergenza sanitaria in Africa

A soli 15 mesi dalla fine dell’emergenza che lo aveva visto protagonista, il vaiolo delle scimmie, ormai ribattezzato mpox, torna a destare preoccupazione. L’Africa Centres for Disease Control and Prevention ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria pubblica a livello continentale per l’epidemia di mpox, che dalla Repubblica Democratica del Congo si sta diffondendo in altri Paesi africani. Questa “non è semplicemente un’altra sfida ma è una vera crisi che richiede un’azione politica collettiva”, ha riferito il direttore generale del Cdc africano Jean Kaseya.

Cdc africano: “Mpox è una minaccia globale”

“Come continente abbiamo affrontato la pandemia, varie epidemie, disastri naturali e conflitti. Ci siamo rialzati da ogni avversità. Oggi ci confrontiamo con mpox con lo stesso spirito”. “Ma lasciatemi essere chiaro: questo non è solo un problema dell’Africa, mpox è una minaccia globale”, ha concluso Kaseya. A destare preoccupazione, in particolare, è un nuovo ceppo del virus, chiamato Clade 1b: è più virulento di quello che si è diffuso tra il 2022 e il 2023 in tutto il mondo (Clade 2b) ma, rispetto al virus gemello endemico in Africa centrale  (Clade 1a), si trasmette con più facilità, per esempio attraverso i contatti ravvicinati, come quelli sessuali. È questa variante del virus che negli ultimi mesi ha fatto salire i contagi, a partire dalla Repubblica Democratica del Congo che oggi costituisce l’epicentro dell’epidemia. A preoccupare non è solo la dimensione dei contagi. Il virus sta mostrando di essere capace di varcare i confini e insediarsi in aree in cui fino a oggi non era presente. Nell’ultima rilevazione dell’Oms, per esempio, anche Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda riportano i primi contagi.

Vaiolo delle scimmie: gli ultimi numeri in Africa

I numeri esatti restano incerti. L’ultimo bollettino dell’Oms, diramato oggi, ha stimato 567 contagi nel continente africano per il mese di giugno, ma è probabile che si tratti di una sottostima.  L’Africa Centers for Disease Control and Prevention riferisce di circa 15mila casi nel continente dall’inizio dell’anno e 461 i decessi, per lo più attribuibili al nuovo ceppo che ha avuto origine nella Repubblica Democratica del Congo.

Domani riunione dell’Oms

Domani, l’Organizzazione Mondiale della Sanità si riunirà per decidere se l’epidemia rappresenti un’emergenza sanitaria di portata internazionale. L’Oms, che ha convocato il Comitato d’emergenza, fornirà “il suo parere in merito a questa eventualità. In caso affermativo saranno indicate raccomandazioni temporanee su come prevenire e ridurre al meglio la diffusione della malattia e gestire a livello globale la risposta sanitaria”, ha riferito il dg dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus su X. A giugno, secondo l’Oms, sono stati confermati 934 casi e 4 decessi a livello globale. Sebbene questi numeri siano inferiori rispetto all’epidemia del 2022, le nuove tendenze rilevate di recente preoccupano gli esperti, che temono una recrudescenza della malattia.

Mpox: l’epidemia colpisce i bambini in Africa

Anche il profilo delle persone contagiate è cambiato radicalmente rispetto a quello osservato tra il 2022 e il 2023. Mentre in passato erano soprattutto i maschi adulti a essere maggiormente colpiti, oggi le principali vittime sono i minori. Secondo i dati diffusi dall’Oms, il 39% dei casi e il 62% dei decessi registrati dall’inizio dell’anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo riguardano bambini sotto i 5 anni. Inoltre, il 20% delle persone decedute non aveva ancora compiuto un anno. Save the Children riferisce che negli ospedali sono ricoverati anche neonati di appena due settimane, colpiti dalla malattia.
“Il caso peggiore a cui ho assistito è quello di un bambino che aveva solo due settimane quando ha contratto l’mpox”, ha raccontato Jacques, epidemiologo ed esperto di mpox presso un partner di Save the Children. “Aveva eruzioni cutanee su tutto il corpo, la febbre alta e la pelle cominciava ad annerirsi”. “Il bambino è oggi in cura, ma si teme per altre migliaia di minori potenzialmente esposti al virus. Intorno a Goma ci sono tre campi per persone sfollate dove circa 354 mila bambini sono stipati in tende in condizioni insalubri”, ha riferito Greg Ramm, direttore di Save the Children nella Repubblica Democratica del Congo.

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Fonte : Sky Tg24