La Russia ha addestrato la sua flotta a lanciare missili nucleari contro obiettivi in Europa

Alcuni documenti riservati riportati dal Financial Times svelerebbero un piano della Russia per addestrare la propria marina all’uso di missili a capacità nucleare contro obiettivi europei, ben oltre i confini della Nato. Questi file, datati tra il 2008 e il 2014, non solo confermano precedenti indiscrezioni sull’intenzione russa di impiegare armi nucleari tattiche nelle fasi iniziali del conflitto ucraino, ma delineano una strategia di più ampio respiro.

I possibili obiettivi

Secondo il documento trapelato, la flotta russa nel Mar Baltico potrebbe avere nel mirino obiettivi cruciali in Norvegia e Germania, inclusa la strategica base navale di Bergen e varie installazioni radar e delle forze speciali. L’ambito operativo si estenderebbe ben oltre il Baltico, con la potente Flotta del Nord pronta a colpire siti industriali di rilevanza militare nella costa occidentale della Francia e nel Regno Unito.

Tra i maggiori bersagli russi in questa zona figurerebbero il cantiere navale di Barrow-in-Furness, noto per la costruzione di sottomarini, e un sito industriale nei pressi di Hull. Particolarmente preoccupante è la valutazione della Nato sulle proprie capacità difensive. Secondo i calcoli dell’Alleanza, i paesi membri disporrebbero di appena il 5% delle difese aeree necessarie per proteggere efficacemente il fianco orientale da un attacco russo su larga scala.

La portata delle ambizioni russe, tuttavia, non si ferma qui. Il documento delinea scenari di conflitto che si estendono dal Mar Nero al Mar Caspio, fino al Pacifico, dipingendo un quadro geopolitico instabile dove persino gli attuali alleati di Mosca – Cina, Iran, Azerbaigian e Corea del Nord – vengono considerati potenziali nemici.

Il ruolo della flotta

Oltre a questo, gli esperti militari esprimono particolare preoccupazione per il il fatto che la Russia disponga ancora di arsenali nucleari su navi di superficie, una scelta tattica che aumenta esponenzialmente i rischi di escalation e incidenti. Ci sono, infatti, pericoli intrinseci nel trasporto di armi nucleari in mare come tempeste e maremoti, perfino in tempo di pace. Questa pratica persiste nonostante gli accordi di disarmo del 1991, da cui, va notato, nemmeno gli Stati Uniti si sono completamente attenuti. Come riporta il Financial Times, i documenti enfatizzano la “elevata manovrabilità” della flotta russa, descrivendola come capace di “colpi improvvisi e preventivi” e “massicci attacchi missilistici da varie direzioni“. Più allarmante ancora, si prevede l’uso di armi nucleari “in combinazione con altri mezzi di distruzione“.

Le recenti esercitazioni ordinate da Putin per testare l’uso di armi nucleari tattiche confermano la coerenza dei documenti trapelati con l’attuale dottrina militare russa. A giugno, le forze armate russe hanno simulato il caricamento di missili da crociera antinave P-270, risalenti all’era sovietica, su una corvetta di classe Tarantul a Kaliningrad. Secondo funzionari Nato, l’exclave russa, in piena Europa, affacciata sulla costa del Mar baltico, ospita una riserva non dichiarata di testate nucleari tattiche. Inoltre, sono state osservate esercitazioni da parte del 12esimo Gumo, l’agenzia segreta del ministero della Difesa russo responsabile della gestione e del trasporto delle testate nucleari.

Fonte : Wired