Siamo abbastanza bravi con le password, ce la caviamo con le offerte sospette che riceviamo via mail, sappiamo quali dati sensibili non condividere sui social network, e però siamo parecchio deboli quanto a consapevolezza dei rischi per la nostra privacy quando (per esempio) usiamo strumenti di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro.
Queste sono le informazioni sull’Italia che emergono dalla nuova edizione del National Privacy Test di NordVPN, un’indagine annuale che valuta la sicurezza informatica e la preparazione delle persone sull’argomento, che quest’anno ha raccolto quasi 26mila risposte da 181 Paesi nel mondo.
Le debolezze e i punti forti degli italiani online
Nel dettaglio, gli italiani sono scivolati dalla posizione 8 alla posizione 11 in termini di competenze su cybersicurezza e privacy online, in una classifica che vede ai primi 3 posti, nell’ordine: Singapore, Finlandia e Lituania (a pari merito) e Germania e Stati Uniti (a pari merito).
Secondo quanto spiegato da NordVPN, nota soprattutto per essere un provider di servizi di VPN (cos’è?), i risultati di quest’anno hanno mostrato un progressivo peggioramento dei livelli di sicurezza informatica nel mondo: “Per alcune persone, i progressi tecnologici possono risultare così travolgenti da rendere difficile stare al passo. Le app diventano sempre più integrate nella nostra vita quotidiana, e spesso si dà priorità alla facilità d’uso rispetto alla privacy, esponendosi inconsapevolmente a rischi – ha spiegato Marijus Briedis, CTO di NordVPN – Sebbene sia preoccupante osservare un calo della consapevolezza sulla privacy online a livello globale, questa tendenza evidenzia ancora di più la necessità di educare le persone alla protezione dei loro dati personali online”.
Come detto, gli italiani (che insieme con gli spagnoli sono risultati fra i più carenti) sono pochissimo informati su quali siano le questioni di privacy da considerare quando si utilizza l’IA in ambito lavorativo. Non è tutto: solo il 9% sa quali dati vengono raccolti dai fornitori di servizi Internet come parte dei metadati, solo il 12% è a conoscenza delle soluzioni di protezione della rete wireless di casa (qui ce ne sono alcune) e meno di un quinto sa come e dove conservare le password in modo sicuro, per esempio utilizzando un password manager (come funziona?).
Rispetto al 2023, meno italiani sembrano capire i vantaggi, in termini di sicurezza, dell’aggiornamento delle app il prima possibile: se l’anno scorso il 75% del campione aveva dichiarato di aggiornare un’app appena è disponibile un update, quest’anno la percentuale è scesa al 64%. Di contro, rispetto a un anno fa c’è un numero maggiore di italiani che sa come agire nel caso in cui una qualche violazione comprometta le informazioni del proprio account: eravamo al 45% nel 2023, siamo al 49% nel 2024.
Per semplificare, secondo le definizioni di NordVPN, l’1% degli italiani è un Cyber Wanderer, un vagabondo digitale che “non sa quasi nulla di privacy e sicurezza informatica”, l’incidenza di Cyber Star, cioè di utenti consapevoli e preparati, si è dimezzato rispetto all’anno scorso e la maggioranza (il 55%), è un Cyber Adventurer, un avventuriero che ne sa abbastanza ma ha ancora margini di miglioramento.
Come aumentare privacy e sicurezza online
In generale, il punteggio globale rilevato dall’indagine di NordVPN si è fermato al 58% degli utenti che sarebbero sufficientemente consapevoli dell’importanza della privacy online e della sicurezza informatica, in calo rispetto al 61% del 2023, che già era in calo rispetto al 64% del 2022. Secondo l’azienda, i dati fondamentali, a livello mondiale, sono soprattutto 3:
- le persone di età compresa tra i 30 e i 54 anni sono le più preparate in materia di cybersicurezza;
- insieme con quelli impegnati nel cosiddetto settore IT (information technology), gli intervistati del settore finanziario sono quelli che hanno ottenuto punteggi più alti;
- i punteggi delle categorie Consapevolezza della privacy e Tolleranza al rischio digitale sono più bassi rispetto al 2023 a causa delle nuove domande sull’IA, che resta evidentemente ancora un’incognita (solo il 5% ha risposto correttamente).
Considerato tutto questo, i consigli per muoversi meglio online sono più o meno sempre gli stessi e sono sostanzialmente 5 (più uno), che NordVPN ha ribadito in occasione dell’International VPN Day del 19 agosto:
- creare password uniche e forti, diverse per ogni account, da conservare possibilmente attraverso un gestore di password;
- attivare l’autenticazione a più fattori, che aggiunge un livello di protezione perché richiedendo un’ulteriore forma di verifica;
- mantenere il proprio software aggiornato, comprese le app, aiuta a risolvere le vulnerabilità e a garantire l’applicazione delle patch di sicurezza;
- utilizzare una VPN per criptare la connessione a Internet, proteggendo le informazioni personali da potenziali intercettatori;
- controllare ripetutamente e aggiornare le impostazioni della privacy sulle piattaforme social, sulle app e su altri servizi online.
E ovviamente mai smettere di informarsi sulla sicurezza informatica, perché “l’apprendimento continuo consente di prendere decisioni informate e consapevoli per proteggere al meglio la propria presenza online”. Lo dicono quelli di NordVPN, ma ci sentiamo assolutamente di sottoscrivere.
Fonte : Repubblica