Quel che è certo è che, oltre a essere un Ferragosto di fuoco, quello del 2024 sarà una giornata caratterizzata dalla forte siccità e dalla mancanza di acqua per l’Italia. L’ultimo allarme arriva dall’Associazione nazionale consorzi di bonifica e irrigazione (Anbi), che ha annunciato un Ferragosto “no water day”. Un modo per evidenziare la crisi della siccità dell’agricoltura, rimasta senza acqua in molte aree del Paese. Un grande pericolo per l’intera penisola, e non solo per le conseguenze economiche che dalla crisi possono scaturire, ma anche per i danni sui territori (riguardanti specialmente la produzione agricola), i disagi per i cittadini, costretti al razionamento dell’acqua, e il crescere dei rischi idrogeologici. Una problematica che abbraccia buona parte dello stivale, vedendo resistere solo il Nord, che, nonostante le piogge estive, fa comunque registrare dei dati negativi in termini di precipitazioni.
La carenza d’acqua nelle isole
La grave crisi idrica in Sicilia si protrae ormai da gennaio 2024, complici le scarse precipitazioni, che non hanno fatto altro che aggravare una situazione già molto complicata. Infatti, il Centro-Sud subisce una siccità che si è ormai consolidata negli anni, ma la mancanza di un piano infrastrutturale di raccolta idrica, unita a eventi meteorologici sempre più estremi, continuano a peggiorare la situazione.
Molti bacini idrici in Sicilia si sono prosciugati o si stanno prosciugando, mentre diversi comuni della parte occidentale dell’isola, come Trapani, vanno avanti con una rigida turnazione dell’acqua. Lo scorso 11 marzo il presidente della Regione Renato Schifani ha dichiarato lo stato di emergenza. Schifani ha ottenuto somme ad hoc per contrastare il fenomeno e approvato alcune misure di contrasto, come l’attivazione della nave cisterna messa a disposizione dalla Marina militare nell’Agrigentino, oggetto tuttavia di critiche per il bilanciamento tra costi e benefici, in termini di portata d’acqua.
Va un po’ meglio la situazione in Sardegna, dove il livello di severità idrica a livello regionale è definita di rischio “medio”, anche se non mancano delle situazioni a più forte rischio come a Posada, nel nuorese, così come ad Alto Cixerri, nella zona meridionale dell’isola, e ad Alto Coghinas, nella zona di Sassari. Criticità che nelle ultime ore hanno fatto sollevare la voce della governatrice Alessandra Todde, che si è scagliata contro il governo per non aver dato nemmeno un euro alla Sardegna su questo problema.
Le carenze al Centro-Sud
Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, qualche settimana fa ha annunciato lo stato di emergenza regionale della Protezione civile, proprio in conseguenza alla grave emergenza idrica. Infatti,nei comuni di Crotone e di Reggio Calabria già a fine luglio il Distretto idrografico dell’Appennino meridionale aveva dichiarato lo stato di severità idrica “alto”.
Fonte : Wired