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Chiuse le indagini sul decesso di Carla Raparelli avvenuto nel marzo 2023 nella clinica Maria Pia Hospital di Torino. A gettare luce sulla vicenda è stata anche e soprattutto la denuncia della professionista che provò a salvare la vita della paziente: “Volevano insabbiare l’accaduto, ma io ho una moralità. Ora ho cambiato lavoro” ha raccontato.
La clinica Maria Pia Hospital di Torino (sx), Carla Raparelli (dx)
“Mi dicevano di mentire. Al mio rifiuto sono diventati ostili”. Sono le parole dell’anestesista 44enne che tentò di rianimare Carla Raparelli (senza successo) nella clinica Maria Pia Hospital di Torino il 9 marzo 2023. Secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, alla donna sarebbe stata somministrata una trasfusione destinata a un altro paziente. A far scattare l’inchiesta sul caso della morte della 71enne sarebbe stata proprio la segnalazione della professionista della clinica.
“Dopo che avevo tentato disperatamente di rianimare la paziente, corse da me un’infermiera e mi disse: ‘la signora è stata male perché abbiamo sbagliato la sacca della trasfusione’ e lì ho capito tutto”, ricorda la testimone. Da quel momento in poi ci sarebbe stato il tentativo di insabbiare l’accaduto, cercando di attribuire le cause del decesso a una setticemia, smantellato solo grazie alla correttezza dell’anestesista.
“Per tre ore, quella notte, diversi dirigenti della struttura che erano stati convocati d’urgenza, mi hanno pressato perché mettessi la firma. Io ho resistito perché ho una moralità ed era una cosa troppo grave, inconcepibile”, spiega ancora la dottoressa.
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Ma proprio quella scelta di opporsi alle scelte dall’alto, avrebbe avuto delle conseguenze sul suo lavoro: “Un giorno senza preavviso venni convocata dai dirigenti. Mi dissero che sarei stata trasferita in ortopedia, che ero un incapace, che nessuno voleva lavorare con me”.
Il pubblico ministero Giorgio Nicola ha ora chiuso l’inchiesta sulla morte della Raparelli e chiesto il rinvio a giudizio per un medico e un infermiere, accusati di non aver rispettato la procedura di controllo prevista per le trasfusioni. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e falso ideologico in atto pubblico
L’anestesista intanto ha deciso di lasciare il lavoro al Maria Pia Hospital: “Ho trovato un altro impiego per la mia specializzazione, mi sono sposata e sono pronta a ripetere tutto quanto quando ci sarà il processo” ha detto ancora.
Fonte : Fanpage