Maschi da una parte, femmine dall’altra. Quando si tratta di zanzare, la separazione tra sessi è da incoraggiare: sulla carta sarebbe la strategia migliore per limitarne la proliferazione, intervenendo alla radice. Finora era impensabile selezionarle “in culla”, una per una, per far estinguere almeno le specie più pericolose per la salute umana.
Ora questa idea da balzana potrebbe diventare geniale, grazie a un team di ricercatori che ha sviluppato un selezionatore automatico che, in un articolo comparso su Science, affermano essere in grado di riconoscere e separare 16 milioni di maschi alla settimana. Rispetto al certosino metodo tradizionale, la capacità di produzione aumenterebbe di un fattore 17, senza alcun impatto sulla capacità di movimento e sulle prestazioni di accoppiamento.
L’automation nella lotta anti-zanzare
Già testato su tre specie di zanzare (Aedes aegypti, A. albopictus e Culex quinquefasciatus), con tanto di prove di volo su campo, a Guangzhou (Cina), il nuovo dispositivo mostra una contaminazione femminile dello 0,5% e promette una svolta nel settore.
Potremmo dire addio agli zampironi, agli spray anti-punture e agli aromi che provano a scoraggiare la presenza di questi insetti in zone abitate, riducendo in modo drastico e definitivo il numero di quelli in circolazione nel mondo. Alcuni esperti, infatti, già assaporano un impatto importante sulla diffusione di malattie infettive da vettore che oggi si stima causino in totale oltre 700.000 morti all’anno.
Alla base di questo passo avanti non c’è altro che l’automazione. Un trend ormai storico nel mondo delle aziende, ma nuovo in quello delle zanzare, e che permetterà a una singola persona di operare su otto selezionatori in contemporanea. Affidando alle macchine la separazione dei sessi, si potrà combinare la tecnica dell’insetto incompatibile (Iit) e la tecnica dell’insetto sterile (Sit), facendo scalare la produzione di maschi, fino a numeri finalmente davvero impatti per la salute umana.
Questo è quello che gli scienziati-inventori sperano di ottenere, eliminando il collo di bottiglia operativo che lasciava questa strategia in un angolo. Finora era infatti nella categoria delle “irrealizzabili” su scala globale, mentre si cercava di ottenere qualche risultato con la selezione dei sessi basata su differenze biologiche come il tasso di sviluppo, morfologia e comportamento alimentare o con un avvelenamento mirato delle femmine, attraverso “pasti” di sangue contaminati con insetticidi e sostanze tossiche. Oppure attraverso la modificazione genetica delle zanzare stesse, o dei microbi ad esse associati.
Fonte : Wired