Se queste sono le premesse, quindi, è evidente che il sistema di ricarica di Realme andrà a superare le prestazioni della ricarica a 300W svelata l’anno scorso da Xiaomi. Al centro della scena, allora, c’era un Redmi Note 12 equipaggiato con una batteria da 4.100 mAh che in 2 minuti è arrivata al 50%, per poi fare il pieno di energia in 5 minuti. Nel caso di Xiaomi, però, si è trattato di una dimostrazione non ancora trasformata in tecnologia disponibile per il mercato.
Dove vedremo la ricarica rapidissima di Realme
Il copione seguito da Xiaomi potrebbe ripetersi con Realme, perché non è stato ancora annunciato quale smartphone sarà equipaggiato con il nuovo sistema di ricarica a 320W. Più di qualcuno indica nel Realme GT 7 Pro il possibile prescelto, ma non è scontato che il prossimo top di gamma si spingerà così in avanti. Anche perché Realme va già molto veloce con il sistema di ricarica da 240W, lanciato lo scorso anno con il GT Neo 5 e in grado di ricaricare fino al 20% in soli 80 secondi la batteria da 4.600 mAh, completando il lavoro in 9 minuti.
Il paradosso dei velocisti incompatibili
E il tema è proprio questo. Da una parte gli smartphone Realme, come anche quelli dei maggiori avversari, si ricaricano già a velocità considerevoli, o comunque sufficienti a regalare al telefono una mezza giornata di autonomia in più con pochi minuti di collegamento alla presa di corrente. D’altro canto però quasi tutti i sistemi di ricarica campioni di velocità condividono il medesimo difetto: incorporano tecnologie proprietarie, che sono proprio ciò che consente ai produttori di sorpassarsi continuamente l’uno con l’altro in una rincorsa continua. E purtroppo per sfruttare al massimo questi sistemi occorrono caricatori appositi, che a volte non sono neppure presenti nella confezione dei dispositivi; con qualunque altro caricabatterie, questi record restano solo sulla carta.
Fonte : Wired