Diritto riparazione elettrodomestici e cellulari, cosa prevede la direttiva Ue e cosa cambia in Italia

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Una nuova diretta Ue, in vigore dallo scorso 30 luglio, vuole favorire la riparazione dei prodotti come lavatrici, frigoriferi, cellulari, quando sono aggiustabili, per ridurre i rifiuti e le emissioni di gas serra. In Italia il diritto alla riparazione di elettrodomestici e dispositivi elettronici dovrà essere recepito entro il 31 luglio 2026.

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Rendere obbligatoria la progettazione di prodotti riparabili e ridurre le emissioni di gas serra e i rifiuti. È in vigore dallo scorso 30 luglio la direttiva Ue 2024/1799, che l’Italia, come gli altri Paesi Ue, dovrà recepire entro il 2026. Nell’immediato dunque in Italia non cambia nulla, ma a breve anche il nostro Paese dovrà adeguarsi. L’obiettivo è riparare i prodotti, come gli elettrodomestici, lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, smartphone, fotocamere, per far sì che vengano usati più a lungo, invece di sostituirli e comprarne di nuovi.

Insomma un consumo più sostenibile, per provare evitare lo smaltimento di prodotti aggiustabili. La direttiva, adottata il 13 giugno e in vigore dal 30 luglio 2024, “andrà a vantaggio dei consumatori, evitando i costi di acquisto di nuovi beni, e porterà a una riduzione dei rifiuti, delle risorse e delle emissioni di gas serra”, spiega la Commissione Ue.

Per Didier Reynders, commissario alla Giustizia, “con il Green Deal europeo ci siamo posti l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero al mondo. Le nuove norme renderanno le riparazioni una realtà, e non più solo per la durata della garanzia legale. Ciò contribuirà anche allo sviluppo dell’intero ecosistema di riparazione, riutilizzo e rigenerazione”.

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Cosa dice la direttiva Ue sul diritto alla riparazione dei prodotti

Le nuove norme europee puntano a favorire un consumo più sostenibile, rendendo più semplice la riparazione dei prodotti difettosi e incoraggiando i consumatori ad aggiustarli, invece di sostituirli. La direttiva dovrebbe avvantaggiare i consumatori, evitando gli sprechi e i costi sostenuti per l’acquisto di nuovi prodotti, oltre a favorire una riduzione dei rifiuti, delle risorse e delle emissioni di gas serra.

Secondo la nuova direttiva, i produttori di determinati prodotti, come frigoriferi o smartphone, saranno tenuti a offrire servizi di riparazione tempestivi ai consumatori a un prezzo ragionevole. Per rafforzare il mercato europeo delle riparazioni, le nuove regole impongono a questi produttori di offrire pezzi di ricambio a un prezzo ragionevole e vietano loro di rifiutarsi di riparare o di utilizzare pratiche che impediscano la riparazione.

I produttori inoltre saranno tenuti a rendere disponibili ai consumatori informazioni sui loro servizi di riparazione in modo facilmente accessibile – cosa che potrebbe avvenire, per esempio esempio, sul loro sito web o nei manuali di istruzioni – così come a dare informazioni, su un sito web ad accesso libero, rispetto ai prezzi indicativi applicati per le riparazioni tipiche.

Per consentire ai consumatori di trovare soluzioni di riparazione interessanti, è prevista inoltre una piattaforma europea online di riparazione, che sarà istituita come estensione del portale ‘La tua Europa’, che aiuterà i consumatori a trovare facilmente i riparatori.

La nuova direttiva dà inoltre ai consumatori un nuovo diritto ad un’estensione di un anno della loro garanzia legale, se scelgono di far riparare il prodotto difettoso invece di farlo sostituire dal venditore.

E sempre nella direttiva ci sono indicazioni anche per gli Stati membri, che dovranno adottare almeno una misura che promuova la riparazione sul loro territorio. “Ciò può includere misure finanziarie e non finanziarie, come campagne informative, buoni di riparazione, corsi di formazione sulle competenze di riparazione”, ha spiegato l’esecutivo Ue.

I riparatori, dal canto loro, “potranno offrire ai consumatori informazioni sui loro servizi di riparazione tramite un modulo informativo europeo per le riparazioni standardizzato. Ciò consentirà ai consumatori di confrontare più facilmente diverse offerte di riparazione. Quando il riparatore sceglie di fornire il modulo, le condizioni di riparazione ivi stabilite devono rimanere valide per 30 giorni”, ha spiegato ancora la Commissione.

Quando sarà recepita la nuova direttiva dai paesi Ue

Le nuove norme che favoriscono un consumo più sostenibile, secondo la nuova direttiva Ue in vigore dallo scorso 30 luglio, dovranno essere recepite dai 27 Stati membri, quindi anche dall’Italia, entro il 31 luglio 2026.

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Fonte : Fanpage