Dramma Tamberi: non batte la sfortuna, niente medaglia nell’alto alle Olimpiadi

Certi avversari si possono anche battere, altri invece è impossibile. A tre ore dalla gara più importante della vita Gianmarco Tamberi è ancora in ospedale con una flebo nel braccio dopo una giornata in cui il dolore provocato da un probabile calcolo renale è tornato a fare sgraditissima compagnia al capitano azzurro. La presenza di Gimbo è in forse fino all’ultimo, sui social racconta di essere arrivato in ospedale in ambulanza dopo aver vomitato sangue, poi è lui a fugare i dubbi scrivendo: “Ci sarò”. È un guerriero, la condizione però è infinitamente lontana da essere accettabile; dopo giorni trascorsi fra pronto soccorso e antidolorifici da prendere, solo l’adrenalina permette all’azzurro di presentarsi in gara per cercare il bis dell’oro di Tokyo.

Nel riscaldamento la sua prima rincorsa arriva mentre stanno premiando la Battocletti, lui passa l’asticella con tranquillità, ma siamo ben lontani dall’avvio vero e proprio. Pochi minuti più tardi alla presentazione lo Stade de France esplode quando entra “Gimbo”, l’azzurro si abbassa il cappuccio della tuta e mostra una carica impressionante poi va a salutare gli amici nella curva a pochi metri dalla pedana dell’alto.

Mancano potenza ed esplosività, non può chiedere di più al suo corpo

Tamberi passa la prima misura a 2.17, le energie sono in riserva e non bisogna sprecarne nemmeno una goccia. Dopo si alza e continua a camminare nella zona della rincorsa, si dà colpi sulle braccia e sulle spalle per prepararsi al salto, ma a 2.22 il tentativo iniziale è sbagliato piuttosto nettamente. Nel secondo non chiede neanche al pubblico di tenere il ritmo con le mani: l’azzurro supera l’asticella con la schiena ma la abbatte con i polpacci.

Pochi istanti dopo è la sua ultima opportunità; questa volta passa alto e Gimbo rimane in gara restando a lungo in ginocchio vicino ai ritti con il viso fra le mani. La progressione prevede 2.27 e iniziano a cadere le prime teste; Tamberi sbaglia il primo salto piuttosto malamente, è evidente che manchino potenza ed esplosività  nella gamba di stacco. Il pubblico si alza in piedi quando tocca a lui, ma anche il tentativo successivo non va a buon fine. Va a cambiare qualcosa nei riferimenti della rincorsa poi si prepara per il terzo salto.

Si mette anche in ginocchio prima di partire, ma è evidente che non possa chiedere di più al suo corpo. Arriva così un’eliminazione fra le lacrime, l’abbraccio di Barshim con cui aveva condiviso l’oro a Tokio e l’addio al sogno di ripetere il successo giapponese. Ma in queste condizioni era proprio impossibile.

Fonte : Today