Quella in corso, a Parigi come altrove, è la notte di San Lorenzo, quando in cielo è possibile osservare in maniera più nitida le stelle cadenti, di fronte alle quali la tradizione vuole sia il caso di esprimere un desiderio. E alla Bercy Arena, in effetti, di stelle in campo se ne sono viste parecchie, ma nessuna di loro è sembrata cadente, anzi e, quanto ai desideri, tutti i giocatori coinvolti, fin dalla palla a due ne hanno espresso uno e uno soltanto, in maniera palese: mettersi al collo la medaglia d’oro. Non tutte le stelle, però, sono uguali, si sa. Ce ne sono di più grandi e luminose delle altre, a volte per sempre, alte volte per una sola sera. La Francia, sotto per tutta la finale, era riuscita a tornare anche a -2 nel finale grazie alla stella di Victor Wembanyama (26 punti e 7 rimbalzi), ventenne destinato a brillare per i prossimi anni, e di Guerschon Yabusele (20 punti), protagonista a sorpresa in queste Olimpiadi. Dall’altra parte, però, nel momento più complicato per Team USA si è accesa la luce di Steph Curry, autore delle quattro triple che nel giro di poche azioni hanno spento il sogno della clamorosa rimonta francese. Alla fine Curry ha chiuso con 24 punti e un surreale 8/12 da tre e, accompagnato dagli altri due grandi veterani LeBron James (14 punti e 10 assist) e Kevin Durant (15 punti e 4 assist), ha ancora una volta trascinato la squadra oltre gli ostacoli, spesso creati anche dalla sufficienza con cui i ragazzi di coach Steve Kerr hanno interpretato alcuni momenti della partita. La Francia si è quindi dovuta arrendere davanti a un avversario che ha segnato con il 50% da tre, mettendo in mostra una classe superiore. Una classe che porta a Team USA il quinto oro consecutivo, a consacrare un dominio che nonostante i passi in avanti del resto del mondo del basket rimane indiscutibile.
Fonte : Sky Sport