The Bear 3 è come un meraviglioso ristorante (che se la tira un po’)

Dal 13 agosto su Disney+ sono disponibili anche in Italia tutti i 10 episodi di The Bear 3, terza stagione della serie tv cult di FX ambientata in un ristorante aspirante stellato di Chicago, chiamato appunto The Bear. 

Se state aspettando questa stagione 3 è dunque probabile che anche voi (come noi) facciate parte della folta schiera di fan che dicono “sì chef” quando passano il pane in tavola ai commensali, o che si sentono degli artisti della cucina quando fanno una carbonara come si deve. 

E allora ve lo diciamo subito: The Bear 3 è un’altra stagione di altissimo livello per questa serie culinaria. Anche se se la tira un po’, come fanno certi cuochi. Per capire cosa intendiamo seguiteci in questa recensione che inizia col riassunto senza spoiler della trama di The Bear 3.

Di cosa parla The Bear 3

La nuova stagione ricomincia da dove era finita quella scorsa, alla fine di quella prima serata di apertura per parenti e amici che era miracolosamente andata bene (grazie soprattutto a Sydney) nonostante vari problemi, il primo dei quali era chef Carmy Berzatto bloccato nella cella frigo per colpa della maniglia che non aveva fatto sostituire. 

Nei suoi deliri da recluso Carmen aveva detto che i suoi problemi di concentrazione derivavano dall’arrivo nella sua vita di Claire, che aveva sentito tutto e quindi se n’era andata in lacrime. E poi Carmy aveva litigato più pesantemente del solito anche con Richie. Siamo quindi alla vigilia dell’apertura al pubblico del ristorante, ma Carmy è tutt’altro che pronto. 

Si mette così a ripensare agli inizi della sua carriera, con (la fittizia e già vista nelle stagioni passate) chef Terry a Chicago, e poi dal (vero) René Redzepi al mitico Noma di Copenaghen e da Daniel Bouloud (anche lui un vero chef) al Daniel di New York.

Rimuginando su quei templi del gusto, Carmy decide di riprenderne idee e approccio per il suo The Bear, stravolgendo tutto il menu che lui e Syd avevano faticosamente messo insieme nella stagione 2. 

Come la prenderà la brigata, a partire appunto da Syd, ma anche dagli altri soci Natalie e Cicero, fino a Richie, Tina, Marcus (che ha appena perso la mamma), Fak e gli altri, non ve lo diciamo, ma potete dare uno sguardo al trailer di The Bear 3 per saperne di più.

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Il nostro giudizio su The Bear 3

È impossibile non apprezzare questa nuova stagione, lo diciamo chiaramente. Perché continua a essere un “impasto” di storie composte da ingredienti eccellenti e lasciato lievitare il giusto tempo, condito con attenzione e cura e impiantato con esemplare eleganza. Insomma, ce ne fossero di serie come The Bear, oltre che di ristoranti come The Bear.

Però è innegabile che questa serie sia pienamente consapevole del proprio valore e ci marci un pochino. Ci sono le guest star dal mondo dell’alta cucina che fanno la fila per girare qualche scena, e anche attori all’apice del loro successo (che ridere il personaggio di John Cena) vogliono fare le comparse. 

I dialoghi sono sempre l’ingrediente segreto della perfetta ricetta di The Bear, eppure anche qui si nota un autocompiacimento non indifferente. 
Il primo episodio, in tal senso, è esemplare, perché allude senza dire, mostra senza spiegare, racconta per immagini e con poche parole lo stato d’animo di Carmen. 

Una puntata televisivamente grandiosa, ma che questa serie secondo noi si può permettere solo perché ha catturato l’attenzione e la passione di milioni di spettatori. 

Personalmente ci siamo innamorati di The Bear per la sua capacità di riprodurre certe dinamiche e certe vibrazioni tipiche di ogni cucina di ristorante che si rispetti, e per fortuna quelle scene sono tornate a riempire la terza stagione dopo un po’ di latitanza nella seconda. 

Non possiamo quindi che promuovere a pieni voti The Bear 3, concedendo ad essa il lusso di tirarsela come solo i grandi chef sanno fare: certe cose bisogna meritarsele, e Carmy e gli altri chef (o Jeff come dice Tina) se le meritano eccome. 

Voto: 8.5

Fonte : Today