Peraltro cominciarono subito a circolare storie sugli abusi subiti dalla protagonista durante le riprese, la sedicenne Judy Garland: pare che lo studio le desse benzedrina per non farla ingrassare, e la costringesse a fasciarsi il petto e coprire i denti disallineati. Lei interpreta Dorothy Gale, una ragazzina che si ritrova sola col cagnolino a casa degli zii mentre un tornado si abbatte sulla campagna del Kansas: l’edificio viene sradicato e catapultato in una terra in Technicolor, dove la Strega (buona) del Nord si rallegra che la casa abbia schiacciato la Strega (cattiva) dell’Est. La terra è quella dei Mastichini – a volte chiamati Succhialimoni – che erano interpretati da 350 attori affetti da nanismo sui quali girano ancora molte speculazioni.
Rubate le scarpe alla Strega (dell’Est ma anche dell’Ovest), Dorothy si mette in viaggio verso la Città di Smeraldo per capire come tornare negli Stati Uniti – e lungo la strada incontra il leggendario Spaventapasseri, l’Uomo di Latta e il Leone Codardo: mentre giravano la scena in cui compare quest’ultimo, Garland non riusciva a smettere di ridere: Victor Fleming, che in quel momento era alla regia, la schiaffeggiò – per poi vergognarsi di sé stesso e chiedere alla troupe di dargli un pugno in faccia.
Un ambiente tossico
In realtà, tutta la produzione fu travagliata: Fleming abbandonò la regia per subentrare a un altro film tormentato, Via col vento, dopo che avevano già mollato Richard Thorpe e George Cuckor – e King Vidor dovette dirigere le parti iniziali e finali, in bianco e nero, virate in seppia. La sceneggiatura – affidata inizialmente al Mank del film Netflix, Herman J. Mankiewicz – passò tra le mani di circa quindici autori e autrici, ma solo tre compariranno nei crediti finali.
Ray Bolger, scritturato per interpretare l’Uomo di Latta, finirà con l’essere lo Spaventapasseri – mentre Gale Sondergaard, a tre giorni delle riprese, si rifiuta di fare la perfida Strega dell’Ovest, che le sembra «la solita brutta strega» e non «subdola e affascinante» come la Grimilde di Biancaneve e i sette nani. La sostituisce Margaret Hamilton.
Il ruolo del boscaiolo va a Buddy Ebsen – ma dopo appena una settimana di lavoro viene ricoverato in condizioni critiche, intossicato dalla polvere d’alluminio del suo costume. La produzione dovette interrompersi per trovare un nuovo interprete e un trucco meno tossico (si ripiegherà sulla pasta di alluminio), ma intanto Hamilton – già costretta a una dieta liquida per colpa del rame nella vernice verde di cui era ricoperta – finisce in convalescenza pure lei, per tre mesi, dopo che un’esplosione le causa ustioni di terzo grado alle mani e al viso.
Fonte : Wired