Alle Olimpiadi di Parigi è arrivata la prima medaglia per la squadra dei Rifugiati

C’è una nuova voce nel medagliere delle Olimpiadi di Parigi 2024: è quella della Squadra Olimpica dei Rifugiati. La prima storica medaglia è arrivata nella notte dell’8 agosto grazie a Cindy Winner Djankeu Ngamba che, nonostante la sconfitta nella semifinale di pugilato nella categoria femminile sotto i 75 kg, ha conquistato la medaglia di bronzo per la delegazione che partecipa alle Olimpiadi da Rio 2016.

La storia di Cindy Ngamba

Ngamba è nata in Camerun il 7 settembre 1998, a 11 anni arriva in Gran Bretagna ma, a oggi, non ha ancora ottenuto la cittadinaza. Nel 2018 aveva fatto coming out e, per questo, da allora non può tornare nel sua terra d’origine: in Camerun, infatti, l’omossessualità è considerata un reato penale. Al The Guardian aveva raccontato la sua storia: bullizzata dai compagni a scuola a causa del suo inglese parlato a stento e per il suo aspetto fisico, Ngamba è stata arrestata e trattenuta in un centro di detenzione.

Quando siamo arrivati, sembrava di essere in una prigione ed era pieno di donne e dei loro bambini – ha raccontato al quotidiano britannico -. Mi hanno assegnato una camera da letto con una TV e la mattina dopo mi hanno lasciato chiamare mio fratello. Qualche ora più tardi, una donna mi ha detto che potevo andarmene. Penso che sia stato mio zio a dare loro informazioni sufficienti per dimostrare che potevamo restare qui. Mi hanno dato un biglietto del treno e ho incontrato mio fratello a Manchester”. Nel 2019 le fu riconosciuto lo status di rifugiata, per essere protetta e al sicuro. Ha sofferto di bulimia e ha dovuto subire il bullismo di chi la riteneva un “maschiaccio”. Oggi vive a Bolton con il padre e il fratello Kennet, che l’ha indirizzata verso il mondo dello sport: grazie al pugilato è riuscita a a trovare il suo posto nel mondo e ora spera di poter competere alle prossime Olimpiadi di Los Angeles sotto la bandiera del Regno Unito, anche se al momento non può ancora, ma la speranza è quella di poter in qualche modo restituire con un’altra medaglia quanto ricevuto dal Paese che le ha dato accoglienza. Non potrà farlo invece per il Camerun: nel suo paese è considerata al pari di un criminale, a causa del suo orientamento sessuale. L’ordinamento locale, infatti, per questo “reato” prevede la reclusione da 6 mesi fino a 5 anni.

Fonte : Wired