Ad occhio nudo sembra un anonimo muco gommoso, e invece nasconde una possibile rivoluzione per la medicina rigenerativa. Parliamo di un innovativo biomateriale realizzato nei laboratori della Nortwhestern University, capace di indurre la ricrescita delle cartilagini articolari danneggiate da incidenti e patologie degenerative come l’osteoartrite. Per ora è stato sperimentato con successo sulle pecore, animali con articolazioni estremamente simili a quelle della nostra specie, e se in futuro confermerà la sua efficacia anche sull’uomo potrebbe offrire una rivoluzionaria opzione terapeutica per patologie che fino ad oggi potevano essere trattate unicamente per via chirurgica.
“Le cartilagini sono una componente critica delle nostre articolazioni”, spiega Samuel Stupp, ricercatore della Northwestern University che ha guidato lo sviluppo del nuovo biomateriale. “Quando le cartilagini vengono danneggiate o si degradano a causa del tempo, gli effetti sulla salute generale e la mobilità delle persone possono essere molto gravi. E il problema è che negli adulti le cartilagini non hanno un abilità innata di rigenerarsi. La nostra nuova terapia può quindi indurre la riparazione in un tessuto che non guarisce naturalmente, e per questo pensiamo che aiuti a rispondere a un importante bisogno terapeutico insoddisfatto”.
Il materiale, descritto in uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, nasce dall’unione di due componenti: un peptide bioattivo capace di legarsi ad una proteina essenziale per la crescita ed il mantenimento delle cartilagini – chiamata TGFb-1, o transforming growth factor beta-1 – e un tipo di acido ialuronico modificato chimicamente. Il risultato è un gel che può essere iniettato nelle articolazioni, e una volta al loro interno attira le cellule necessarie per rigenerare le cartilagini e fornisce loro un sostrato perfetto per agire.
Il materiale per ora è stato sperimentato su pecore con degenerazione delle cartilagini articolari, e in circa sei mesi ha permesso agli animali di tornare a camminare senza dolore, promuovendo la formazione di nuovo tessuto cartilagineo in sostituzione di quello degradato. I risultati andranno confermati anche nella nostra specie, ma in futuro i ricercatori sperano che il materiale aiuterà a trattare patologie invalidanti come l’osteoartrite, a migliorare l’efficacia degli interventi artroscopici per la risoluzione di lesioni al menisco e alla cartilagine del ginocchio, e, almeno in alcuni casi, potrebbe evitare completamente la necessità di ricorrere alle protesi del ginocchio.
Fonte : Today