Cosa sono e come funzionano i centri di ricerca Eni

Nell’era contemporanea dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico, i centri di ricerca giocano un ruolo vitale nel plasmare il futuro di molte industrie, tra cui quelle dell’energia. In particolare, per le aziende globali del settore tecnologico energetico, i centri di ricerca rappresentano un fulcro strategico in cui convergono la creatività, l’expertise scientifica e la determinazione nell’affrontare le sfide più pressanti del nostro tempo. Questi centri sono vere e proprie fucine di innovazione, dove talenti provenienti da diverse discipline collaborano per sviluppare soluzioni all’avanguardia che soddisfino le esigenze della società contemporanea e contribuiscano alla sostenibilità ambientale.

In questo contesto, i centri di ricerca di una global tech energy company come Eni rappresentano un crocevia di conoscenze, tecnologie e visioni che mirano non solo a migliorare le prestazioni e l’efficienza energetica, ma anche a plasmare un futuro energetico più sostenibile e resiliente per le generazioni a venire. Per Eni i centri di ricerca sono fondamentali per affrontare la sfida della transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio e per la competitività in tutte le proprie attività. In Italia, Eni conta sette Centri di Ricerca principali, ognuno specializzato in un ambito tecnico-scientifico specifico, in linea con le strategie aziendali e ognuno con una propria vocazione e competenza, che spaziano dalla geologia alle tecnologie avanzate per la bioraffinazione, dalle energie rinnovabili al risanamento ambientale. Con un team di oltre 1.000 ricercatori, e una collezione di più di 9.000 brevetti, la trasformazione di Eni è guidata da un impegno costante verso l’innovazione tecnologica, che funge da motore per il raggiungimento degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, all’interno della sua strategia di decarbonizzazione.

Il ruolo dei centri di ricerca Eni nella transizione energetica

Il Centro Ricerche di San Donato Milanese, inaugurato nel 1985, rappresenta un’eccellenza nella ricerca scientifica dedicato allo sviluppo di tecnologie per l’uso sostenibile delle risorse naturali, nonché alla creazione di nuovi processi industriali e prodotti per una mobilità sostenibile. Il centro si impegna anche nella ricerca ambientale e fornisce assistenza tecnica a tutte le fasi operative delle linee di business. La ricerca si svolge sull’intera catena del valore, con un approccio che punta ad affrontare una tematica a 360 gradi. Ne sono esempio la filiera dei biocarburanti per la mobilità sostenibile e quella della cattura, utilizzo e stoccaggio della CO₂. Le circa 300 persone impegnate direttamente nelle attività di R&D e le oltre 100.000 analisi condotte annualmente, ne fanno un fulcro di innovazione e sviluppo.

Per quanto riguarda lo sviluppo e l’ottimizzazione della filiera dei biocarburanti, elemento chiave per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, l’attività di Eni inizia dalla selezione delle materie prime e culmina nella produzione dell’olio vegetale idrogenato (HVO), un biocarburante avanzato utilizzabile con le attuali infrastrutture anche in purezza in tutte le motorizzazioni omologate. I biocarburanti avanzati, ottenuti da materiale biogenico non destinato al consumo alimentare o da scarti, giocano un ruolo vitale nella strategia di decarbonizzazione di Eni e soddisfano i requisiti della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”.

Fonte : Wired