Il 9 agosto del 1969, Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, fu trucidata dai membri della Manson Family nella sua casa di Cielo Drive, a Los Angeles, insieme agli amici Jay Sebring, parrucchiere dell’attrice, Abigail Folger, figlia dell’imprenditore del caffè “Folger” e Voityck Frykowski, fidanzato di quest’ultima. Una strage che sconvolse il mondo e che Quentin Tarantino ha raccontato in C’era una volta a Hollywood
Sono passati 55 anni dal massacro di Cielo Drive, in cui perse la vita Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski. L’attrice aveva 26 anni e aspettava il primo figlio dal cineasta polacco. Una vicenda tragica che Quentin Tarantino ha trasfigurato e trasportato sul grande schermo nel film C’era una volta … a Hollywood con Margot Robbie a vestire i panni di Sharon.
A compiere materialmente il delitto furono Charles “Tex” Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. La sera del 9 agosto 1969, dopo aver tagliato i fili del telefono per impedire alle vittime di chiamare aiuto, entrarono tutti nella casa di Cielo Drive ad eccezione di Linda Kasabian, che rimase fuori per fare il palo. Armati di coltello e una pistola, aggredirono con violenza tutte le persone che si trovavano nell’abitazione. L’ideatore della strage, Charles Manson, è morto nel novembre 2017 nel carcere californiano in cui stava scontando i sette ergastoli per il massacro di Cielo Drive.
Sharon Tate a Roma sul set di Una su Tredici
“Bella, simpatica e ho il sospetto che sia persino intelligente.” Con queste parole piene di ironia e affetto Vittorio Gassman, presentava Sharon Tate sua partner in Una su tredici.
E l’attrice ricambiava, in un fluente italiano il suo amore per Roma, nonostante una pioggia battente avesse caratterizzato le riprese del film. Era il marzo del 1969. La Tate aveva 26 anni era incinta di tre mesi. Tant’è che le scene di nudo presenti nella pellicola furono girate per prime e successivamente, per nascondere la gravidanza, la pancia di Sharon risultava sempre coperta da grandi borse e ampie sciarpe. Nessuno poteva immaginare che quella bizzarra commedia, girata tra Cinecittà, Parigi, Londra e New York e interpretata da Vittorio De Sica e Orson Welles, sarebbe stata l’ultima apparizione sullo schermo della moglie del regista Roman Polanski. Il film avrebbe dovuto lanciare Sharon nel panorama internazionale.
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L’incontro con Roman Polanski
La Tate non era ancora una stella di prima grandezza e per alcuni critici americani la battuta che l’attrice pronunciava nella Valle delle Bambole, “Non ho nessun talento. Tutto quello che ho è un corpo” rappresenta perfettamente la carriera dell’attrice.
Sharon era sempre stata bellissima. A sei mesi era stata “Miss Tiny Tot of Dallas “, e in seguito aveva vinto svariati concorsi di bellezza.
Iniziò con la pubblicità e la tv, poi grazie all’incontro con il produttore Martin Ranshoff arrivò il cinema. Il suo primo ruolo importante fu nel 1965 in Cerimonia per un delitto in cui interpretava una giovane strega. Ma il primo successo arrivò nel 1967 con Per favore non mordermi sul collo. E proprio su quel set nacque l’amore fra l’attrice e Roman Polanski. Non fu un colpo di fulmine, Sharon all’epoca era fidanzata con Jay Sebring, un parrucchiere di Hollywood e Roman aveva la fama di impenitente donnaiolo. Come confermato da Polanski, solo dopo una serratissima corte, Sharon accetto di fare l’amore per la prima volta con lui.
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Da Rosemary’s Baby al matrimonio
Si sposarono il 20 gennaio del 1968, dopo che Roman aveva terminato le riprese di Rosemary’s Baby. Oltre al fisico statuario quello che aveva conquistato il regista era la dolcezza di quella ragazza così diversa dalle starlettine dell’epoca. Non era avida, né sessualmente promiscua. Quando voleva fuggire da Hollywood, l’attrice si rifugiava a Big Surm una cittadina sul pacifico in un anonimo alberghetto. I due vivevano in case separate perché Sharon non voleva asfissiare il regista con la sua presenza.
L’attrice raccontava spesso una storiella su suo marito. Roman in automobile per Beverly Hills vede una bella ragazza per strada e grida: “signorina lei ha davvero un corpo stupendo!”. Ma quando la ragazza si gira Roman si accorge che si tratta di sua moglie.
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Sharon Tate, Charles Manson.e la strage di Cielo Drive
Con il matrimonio e la maternità le priorità di Sharon cambiarono. E per la prima volta del successo non le importava più molto. Voleva solo avere il suo bambino come disse ai suoi assassini la notte del 9 agosto del 1969. Nel suo “nido d’amore”, la residenza di Cielo Drive, sulle colline di Los Angeles fu accoltellata sedici volte insieme a quattro persone (Jay Sebring, Voityck Frykowski, Abigail Folger, Stephen Earl Parent) dai seguaci della setta di Charles Manson. Una tragedia che segnò la fine dell’estate dell’amore e l’inzio del tempo degli assassini. II 6 dicembre, sempre del 1969, Al concerto di Altamont dei Rolling Stones GLI Hell’s Angels massacrarono il diciottenne afroamericano Meredit Hunter.
La strage di Cielo Drive sconvolse il mondo. Furono versati fiumi di inchiostro e una quantità innumerevole di calunnie – Sharon fu definita “regina delle orge di Hollywood” o “dilettante di arti sataniche”. Polanski fu costretto a indire una conferenza per smentire le cose orribili che scrissero su sua moglie.
Oggi i moventi della strage di Bel Air restano avvolti nel mistero nonostante, i colpevoli siano stari arrestati. Charles Manson, condannato all’ergastolo e morto a 83 anni il 19 novembre del 2017, ha continuato a professare la sua innocenza.
L’unica cosa certa sono le parole che Polanski ha scritto nella sua autobiografia “I pochi anni che ho passato con Sharon sono stati il solo momento di felicità nella mia vita”.
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Fonte : Sky Tg24