Sono ore di apprensione. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha comunicato la rinuncia a un viaggio programmato in Asia centrale dopo che gli esperti di terremoti hanno avvertito che il Giappone deve prepararsi a un possibile “mega-sisma”. È la prima volta che viene lanciato un simile allarme da quando è stato introdotto un nuovo sistema di allerta dopo il devastante terremoto del 2011, che ha provocato uno tsunami mortale e un disastro nucleare.
“Ho deciso di rimanere in Giappone per almeno una settimana”
L’avviso è stato emesso giovedì sera, ora locale, e invita le persone a stare in allerta ma non a evacuare. Il consiglio è quello di continuare a svolgere le proprie attività quotidiane, verificando al contempo le vie di evacuazione in modo da essere pronti. La nota specificava inoltre che non significava affatto che un terremoto di grandi dimensioni fosse imminente, ma che la probabilità era più alta del solito. “Sebbene sia impossibile prevedere i terremoti, il verificarsi di uno di essi aumenta generalmente la probabilità di un altro”, hanno spiegato gli esperti nella newsletter tematica specializzata Earthquake Insights. Ma dicono che anche quando il rischio di un altro terremoto aumenta, rimane “sempre basso”.
“In qualità di primo ministro con la massima responsabilità nella gestione delle crisi, ho deciso di rimanere in Giappone per almeno una settimana”, ha dichiarato Fumio Kishida ai giornalisti. Il capo del governo avrebbe dovuto visitare il Kazakistan, l’Uzbekistan e la Mongolia, e aveva programmato di partecipare a un vertice che riuniva cinque Paesi della regione. “La probabilità di un altro forte terremoto è più alta del normale, ma questo non indica che un terremoto si verificherà con certezza”, ha dichiarato l’Agenzia meteorologica giapponese (Jma) nel lanciare ieri l’allarme, a seguito di una scossa di magnitudo 7,1 sulla scala Richter che ha ferito otto persone nel sud del Paese.
Non ci sono state vittime. Ieri sono stati danneggiati semafori e veicoli, ma non sono stati segnalati danni gravi. L’Agenzia per la gestione degli incendi e dei disastri ha riferito che otto persone sono rimaste ferite, molte a causa della caduta di oggetti. All’incrocio di diverse placche tettoniche lungo la “cintura di fuoco” del Pacifico, il Giappone è uno dei Paesi con la maggiore attività sismica al mondo. L’arcipelago, che ospita circa 125 milioni di persone, registra circa 1.500 scosse all’anno, la maggior parte delle quali di bassa entità.
Le probabilità di un mega-terremoto
In Giappone anche i terremoti più forti provocano generalmente pochi danni, grazie soprattutto all’applicazione di norme edilizie antisismiche e alla consapevolezza delle misure di emergenza da parte della popolazione. Ieri gli esperti sono stati messi in stato di massima allerta a causa della posizione dell’epicentro della forte scossa: ai margini della fossa di Nankai, un’area di attività sismica che si estende lungo tutta la costa pacifica del Giappone. Il confine della placca si trova tra la baia di Suruga, nel Giappone centrale, e il mare di Hyuganada, a Kyushu, a sud.
I precedenti terremoti nella zona hanno causato migliaia di morti. Questi mega-terremoti sono stati registrati una volta ogni 90-200 anni, con l’ultimo che si è verificato nel 1946. Gli scienziati affermano che c’è una probabilità del 70-80% che un terremoto di magnitudo 8 o 9 colpisca da qualche parte lungo la fossa nei prossimi 30 anni, secondo l’agenzia di stampa Kyodo News. Le stime peggiori suggeriscono che più di 200.000 persone potrebbero essere uccise nel terremoto e nel potenziale successivo tsunami.
Il funzionario dell’Agenzia meteorologica giapponese Shinya Tsukada ha ribadito che, sebbene “ci sia una probabilità relativamente più alta di un altro forte terremoto rispetto ai periodi normali”, ciò non significa che si verificherà sicuramente “entro un certo lasso di tempo”.
L’attuale avviso, il più basso tra i due tipi di allerta a disposizione delle autorità, resterà in vigore per una settimana.
Fonte : Today