Fondali marini italiani, ecco quali sono quelli più suggestivi da esplorare

Colori sgargianti e paesaggi spettacolari: i fondali marini italiani sono forse meno conosciuti in ambito internazionale rispetto a quelli del mar Rosso o di altri paesi, come le Filippine, ma nascondono tesori naturali e archeologici che continuano a stupirci. L’area marina protetta Miramare, in Friuli-Venezia Giulia, per esempio, è stata istituita nel 1986 ed è, insieme a quella di Ustica, una delle prime nate in Italia. Nel 2024, invece, i fondali di Panarea, isola delle Eolie, sono stati al centro della sperimentazione scientifica, dopo che l’Istituto nazionale di Oceanografia e di geofisica sperimentale ha avviato e concluso i test relativi a un robot subacqueo in grado di esplorare l’ambiente sottomarino con un livello di precisione mai raggiunto prima. La zona compresa tra Panarea e Basiluzzo è stata denominata smoking land, proprio per i camini vulcanici che caratterizzano il suo fondale. Nello stretto di Messina, così prende il nome il lembo di mare che separa Calabria e Sicilia, è possibile ammirare le gorgonie, che per la loro forma e i loro colori possono ricordare i coralli.

Non è facile, poi, rimanere indifferenti al cospetto del Cristo degli abissi. Posizionata a 17 metri in profondità, la statua è immersa nella baia di San Fruttuoso, parte della città metropolitana di Genova. La baia, conosciuta per l’abbazia che si erge tra la vegetazione del luogo, fa parte dell‘Area marina protetta di Portofino, che include le aree di Camogli, Santa Margherita e Portofino. L’arcipelago toscano, che comprende 7 isole, ovvero Elba, Giannutri, Giglio, Capraia, Pianosa, Gorgona e Montecristo, parte del Parco nazionale toscano dal 1996, è un’area caratterizzata da un‘elevata biodiversità, anche per quanto riguarda l’ambiente sottomarino. Tra le specie vegetali più diffuse in questa zona, infatti, c‘è la Posidonia oceanica.

Fonte : Wired