Due astronauti americani sono rimasti bloccati sulla stazione spaziale internazionale

Due astronauti statunitensi, partiti a giugno per una missione di otto giorni, potrebbero rimanere bloccati sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) fino al prossimo anno a causa di problemi con la capsula Boeing Starliner, ma Space X di Elon Musk potrebbe venire in loro soccorso.

Gli astronauti coinvolti, Butch Wilmore e Suni Williams, sono stati i primi a volare con la capsula Starliner che però aveva avuto qualche problema durante la fase di test a terra, a luglio, prima dell’inizio della missione. In particolare Boeing aveva riportato dei malfunzionamenti ai propulsori della sua capsula e perdite di elio. Nonostante ciò, l’azienda aveva espresso fiducia nella possibilità di un ritorno sicuro di Starliner con l’equipaggio dopo 8 giorni. Il lancio della missione di ritorno tuttavia è stato posticipato di un mese, da metà agosto a dopo il 24 settembre, per consentire alla Nasa e a Boeing di trovare una soluzione più sicura per il ritorno degli astronauti.

Mercoledì, i funzionari dell’agenzia spaziale americana hanno avvertito che se il Starliner non sarà riparato in tempo, esiste un altro modo per portare l’equipaggio a casa. Gli astronauti potrebbero essere trasportati da una navetta Crew Dragon di SpaceX in partenza a febbraio 2025. Attualmente, la Nasa sta trattando con l’azienda di Musk per riservare due posti sul volo del vettore di Space X: una soluzione di ripiego che infliggerebbe un duro colpo all’immagine di Boeing, la quale dopo anni di investimenti nella Starliner potrebbe vedere la sua creatura superata dalla concorrenza. Il confronto con SpaceX, del resto, non è certo a favore di Boeing. Il percorso di certificazione della Crew Dragon è stato molto più fluido rispetto ai problemi accumulati dalla Starliner, mettendo in luce l’abilità di SpaceX nell’innovare e rispondere rapidamente alle sfide, a differenza delle difficoltà incontrate dai rivali.

Durante l’ultima conferenza stampa dell’azienda sullo Starliner, Mark Nappi, responsabile del programma per gli equipaggi commerciali della Boeing, ha dichiarato di essersi pentito di essere stato così “enfatico” nel dire che la missione sarebbe durata solo 8 giorni. “Mi dispiace non aver detto semplicemente che saremmo rimasti lì finché non avessimo fatto tutto quello che volevamo fare“, ha spiegato. I test condotti finora dalla Boeing hanno dimostrato che quattro dei propulsori dello Starliner hanno smesso di funzionare a giugno perché si sono surriscaldati e si sono spenti automaticamente, mentre altri propulsori riaccesi durante i test sono apparsi più deboli del normale a causa di alcune limitazioni relative al loro propellente. Se la Nasa decidesse di non utilizzare Starliner per il ritorno, Boeing dovrà adattare la navetta per un rientro senza equipaggio. Al momento, Starliner è agganciato alla Iss e può restarvi per un massimo di 90 giorni, di cui ne sono già trascorsi 63.

Fonte : Wired