La World federation of advertisers, l’associazione con sede a Bruxelles che supervisiona il Garm, non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento sulle azioni legali. La causa di X cita come imputati anche colossi come Unilever, Mars, Cvs e una società energetica danese, mentre quella di Rumble prende di mira anche l’agenzia pubblicitaria Wpp. Nessuna di queste aziende ha risposto immediatamente alle richieste di commento.
La causa di X sottolinea che in passato gli inserzionisti dovevano stipulare accordi individuali con le società di social media per stabilire i limiti dei contenuti da sponsorizzare. Il Garm ha permesso alle aziende di aggregare il loro potere, stabilire standard di settore per la moderazione dei contenuti e farli rispettare. Ma X sostiene che la coalizione ora abbia troppa voce in capitolo su ciò che le piattaforme di social media possono consentire.
“In un mercato concorrenziale, ogni piattaforma di social media fisserebbe standard di sicurezza ottimali per quella piattaforma e per i suoi utenti, e gli inserzionisti sceglierebbero unilateralmente le piattaforme su cui fare pubblicità – si legge nella denuncia –. Ma l’azione collettiva da parte di inserzionisti concorrenti finalizzata a dettare gli standard di sicurezza di un brand che le piattaforme di social media devono applicare rappresenta una scorciatoia del processo concorrenziale e consente alle opinioni di un gruppo di inserzionisti di prevalere sugli interessi dei consumatori“.
Lo scontro tra Elon Musk e gli inserzionisti
Il rapporto problematico di X con gli inserzionisti risale all’acquisto della società da parte di Musk nell’ottobre 2022. Stando alla causa, il Garm ha dato il via a un boicottaggio degli annunci pubblicitari su X subito dopo l’acquisizione della piattaforma, che oggi viene considerata più incline a ospitare contenuti controversi. Nei due mesi successivi, almeno 18 inserzionisti che fanno parte del gruppo, tra cui Mars e Unilever, hanno smesso di acquistare annunci, mentre decine di altri avrebbero ridotto la loro spesa.
Nel novembre 2023, l’organizzazione no-profit Media matters ha pubblicato un rapporto che mostrava come i contenuti filo-nazisti su X fossero apparsi accanto agli annunci di importanti brand. Di conseguenza, organizzazione come Ibm, Disney, Lionsgate, l’Unione europea e (secondo le indiscrezioni) Apple hanno ritirato la propria pubblicità dal social. Nello stesso mese Musk ha mandato al diavolo (letteralmente) queste aziende durante un evento pubblico, rivolgendosi direttamente anche all’amministratore delegato di Disney Bob Iger, presente in sala .
Fonte : Wired