In tema di concessioni balneari “c’è un confronto sul parere motivato della Commissione europea che va avanti, con le sue complessità”. È così che ha riassunto la situazione il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto rispondendo a una domanda sull’annunciata protesta dei balneari per venerdì. Il settore protesta contro la richiesta di Bruxelles di bloccare i rinnovi automatici delle concessioni agli operatori storici e di aprire il mercato a nuove imprese attraverso dei bandi di gara, così come previsto dalla cosiddetta direttiva Bolkestein.
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Il governo di Giorgia Meloni, per il momento, non si è adeguato alle richieste (così come del resto avevano fatto gli esecutivi precedenti), nonostante la procedura d’infrazione aperta da Bruxelles che lo scorso novembre ha inviato all’esecutivo un parere motivato, il passo prima del deferimento alla Corte di giustizia Ue. La Commissione europea “è in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni”, ha spiegato un portavoce dell’esecutivo comunitario. Ma ancora non è chiaro quali potrebbero essere queste soluzioni.
Secondo fonti dell’esecutivo, in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri verrà esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, al fine di stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali. Il governo Meloni ha rinnovato le concessioni fino al 31 dicembre 2024, e starebbe lavorando a un documento che amplierebbe le spiagge da assegnare ai balneari, in modo da salvare i gestori degli stabilimenti esistenti.
“Il governo Meloni ha preso per l’ennesima volta in giro i balneari, rinviando il problema e promettendo provvedimenti nazionali che non potevano fare”, ha dichiarato Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social. “Nel frattempo nell’incertezza di questi anni si sono fermati gli investimenti e i comuni sono stati lasciati a se stessi”, ha aggiunto il deputato, sostenendo che “ora invece di definire criteri seri per le gare (con indennizzi e regole che garantiscano il modello italiano di gestione familiare) lasciano i comuni nel caos e ributtano la palla in Europa. Irresponsabili”.
Fonte : Today