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È attesa per il prossimo 24 ottobre la sentenza del processo contro Maria Gozza, la 43enne rea confessa accusata dell’omicidio della madre Vittoria Malaponti. Il delitto era avvenuto ad Aidone, in provincia di Enna, il 16 novembre 2021. La vittima aveva 69 anni e soffriva di gravi problemi di salute.
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Immagine di repertorio
È attesa per il prossimo 24 ottobre la sentenza del processo contro Maria Gozza, la 43enne rea confessa accusata dell’omicidio della madre Vittoria Malaponti. Il delitto era avvenuto ad Aidone, in provincia di Enna, il 16 novembre 2021. La vittima aveva 69 anni e soffriva di gravi problemi di salute.
Per l’imputata l’accusa ha chiesto una condanna a 16 anni di carcere, applicando un pronunciamento della Corte Costituzionale che lo scorso maggio aveva stabilito che anche le attenuanti possono essere prevalenti sulle aggravanti. Nel caso di Maria Gozza le circostanze attenuanti per il pubblico ministero sono prevalenti sull’aggravante del vincolo di parentela.
La ricostruzione dell’omicidio
Era stata la 43enne a far scoprire il corpo, chiamando i Carabinieri e sostenendo che la madre si era suicidata. Ma l’anziana donna era stata trovata riversa nel bagno, in una pozza di sangue, con accanto un coltello e un batticarne. La figlia, a poche ore dal fermo, era crollata e aveva confessato di averla colpita più volte al culmine dell’ennesima lite.
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Secondo quanto emerso successivamente dalle indagini, la vittima, che soffriva di varie patologie, era gravemente obesa e che da anni non usciva da casa, pretendeva che la figlia abbandonasse il lavoro di operatrice socio sanitaria, unica fonte di sostentamento delle due donne, e che rimanesse sempre in casa con lei per assisterla 24 ore su 24.
L’imputata, descritta come una persona tranquilla e disponibile, si era sempre presa cura della madre e usciva da casa solo per andare al lavoro.
La sentenza attesa per il 24 ottobre
La Corte d’Assise di Caltanissetta, dove si sta celebrando il processo, ha fissato la prossima udienza per il 24 ottobre, quando si terrà l’arringa del difensore, l’avvocato Carmelo Lombardo. E, se non ci saranno richieste di replica del pubblico ministero, verrà pronunciata la sentenza. Al processo si è costituita parte civile una sorella della vittima.
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Fonte : Fanpage