Il 5 agosto 2024 è già passato alla storia come il nuovo lunedì nero delle borse mondiali. Infatti, come riporta il Corriere della Sera, l’effetto domino che è partito con il tonfo di Tokyo, è poi proseguito con il crollo dei principali listini europei e con il profondo rosso di Wall Street, finendo per colpire anche le big tech, dato il ridimensionamento delle aspettative che si è avuto sull’intelligenza artificiale.
I numeri del profondo rosso
Una cosa appare certa, come ricorda il quotidiano di via Solferino, che delle temperature così “fredde” per l’economia globale non si vedevano dal lontano ottobre del 1987. Ed effettivamente, se si vanno a sciorinare i numeri, quella che emerge è un fotografia impietosa come dimostrano il -3% fatto registrare a fine seduta dall’indice S&P 500, il -3,43% del Nasdaq, il -2,27% di Piazza Affari, l’-1,73% del Dax di Francoforte, il -2,05% del Ftse 100 di Londra, il -1,61% del Cac di Parigi e soprattutto il -12,40% del Nikkei di Tokyo.
Considerando il ruolo preminente occupato dagli Stati Uniti nel panorama economico globale, l’ipotesi di una recessione del paese con i tassi d’interesse ancora alti preoccupa non poco i mercati di tutto il mondo, che temono il rischio contagio. Anche in base a questo sentimento, diversi analisti di mercato immaginano che la Federal reserve (Fed), la banca centrale statunitense, possa ricorrere a una riduzione d’emergenza dei tassi, dopo essere stata accusata di non aver allentato in tempo la propria politica monetaria.
Il colpo subito dalle big tech
A pagare lo scotto maggiore del lunedì nero sono state senza dubbio le big tech, penalizzate peraltro da alcune trimestrali insoddisfacenti. Amazon e Alphabet hanno per esempio perso il 3,8%, mentre Meta addirittura il 4,7%. Chi negli ultimi mesi ha legato il proprio nome a doppio filo con l’intelligenza artificiale ha subito dei contraccolpi importanti. È il caso per esempio di Nvidia, in calo dell’11,3%, di Super Micro Computer -9,7%, Micron Technology -6,6%, Broadcom -6,4%. Apple ha invece perso il 5,1% in seguito alla cessione da parte della Berkshire Hathaway di Warren Buffett di quasi la metà delle azioni del colosso di Cupertino in suo possesso.
Sul fronte italiano, l’inizio di settimana è stato pensante per molte società come Nexi (-6%), Erg (-4,8%), Saipem (-4,4%), Hera (-4%), Stm (-3,9%), Snam (-3,8%), Azimut (-3,6%), Unipol (-3,4%), Mps (-3,1%), Generali (-3%) ed Enel (-2,9%). Il tracollo non ha risparmiato infine nemmeno l’oro, reduce da una corsa incontrastata: il metallo prezioso ha vissuto il proprio maggior ribasso giornaliero da inizio giugno, perdendo il 2,1% del suo valore.
Il 6 agosto gli investitori hanno tirato più di un sospiro di sollievo. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, al lunedì nero è seguito un martedì più roseo, soprattutto grazie al rimbalzo record fatto segnare dal Nikkei di Tokyo: con un +10,23% è stato di fatto compensato il tracollo di ventiquattro ore prima. In mattinata, sono poi partiti in rialzo anche gli indici europei, che insieme al più 1% guadagnato dai future americani, ha fatto rifiatare le borse mondiali. Tutto questo, mentre gli operatori di mercato continuano a osservare la situazione, perché ritengono altamente credibile il rischio volatilità.
Fonte : Wired