Il paesino bresciano di 9mila abitanti che ha già vinto 2 medaglie d’oro alle Olimpiadi 2024 di Parigi

Olimpiadi Parigi 2024

Novemila abitanti e due ori olimpici in diciannove minuti. Tre atleti in gara. Qual è il segreto di Roncadelle? Siamo andati a scoprirlo visitando la cittadina dei campioni di Parigi 2024.

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Giovanni De Gennaro e Alice Bellandi, campioni olimpici di Roncadelle

Roncadelle è forte nei numeri. Novemila abitanti, due ori in diciannove minuti e tre atleti olimpionici a Parigi 2024: Alice Bellandi, 26 anni, campionessa di judo, Giovanni De Gennaro, 32 anni, sul gradino più alto del podio nella canoa a slalom, e Anna Danesi, 28enne capitana della nazionale di volley.

Roncadelle è sempre nel mio cuore, da tutte le parti del mondo la ricordo sempre, tutti i giorni”, aveva detto in un videomessaggio ai suoi concittadini l’atleta olimpica Alice Bellandi, prima di partire per Parigi e vincere l’oro. Ma che cos’hanno di speciale i roncadellesi e soprattutto qual è il loro segreto? Per scoprirlo siamo andati nella cittadina bresciana a incontrare chi i campioni li conosce bene, anzi benissimo.

A Roncadelle in tanti hanno esposto fuori casa la bandiera tricolore per celebrare i concittadini olimpionici

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Nonna Jole: “Fa ancora quella boccaccia”

La signora Jole Podestà è la nonna di Alice Bellandi e come porta i suoi 96 anni potrebbe essere un altro segreto di Roncadelle. Ormai la conoscono tutti: negli ultimi giorni è diventata una star nazionale e in famiglia scherzano sul fatto che si contenda la fama con la nipote. Ci accoglie in una villetta al secondo piano e non lesina lodi alla sua “ragazza d’oro”. “È fenomenale, brava, brava, brava”.

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Nonna Jole imita il grido di vittoria della nipote Alice

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Da piccola, ci racconta: “Era un vulcano, prima di addormentarsi sul passeggino piangeva e faceva una boccaccia così – dice mimando -, adesso ha la boccaccia così quando vince”.

“Prima di partire mi ha raccomandato di accendere le mie candele benedette – ricorda Jole – e infatti le ho accese quando ha iniziato a giocare e si sono spente quando ha vinto”. Ma la signora Podestà non guarda la nipote gareggiare in diretta: “Sennò sto male – dice -, mi emoziono troppo. Poi però, quando la vedo e so già che ha vinto, mi viene lo stesso la paura che possa perdere“.

Il papà: “In gara diventa un’altra persona”

Una forza quella di Alice Bellandi, che traspare anche dalle parole di papà Ugo, che Fanpage.it intercetta al suo ritorno da Parigi: “Dopo aver vinto l’oro – ci racconta – è corsa da me e mia moglie e ci ha detto ‘Grazie di tutto’, poi è scoppiata a piangere”.

Ugo Bellandi

Ugo Bellandi

“Alice è poliedrica – continua il papà della campionessa -, nello sport ma anche nella vita, nel modo di pensare, non si dà mai per vinta. Ha vissuto le sue sconfitte, ma è sempre risorta, traendo la spinta per poter migliorare. È anche una persona estremamente dolce, dal punto di vista anche emotivo, affettivo, nonostante poi uno la veda sul tatami che si trasforma, perché veramente si trasforma, è un’altra persona mentre combatte”.

Avere una figlia atleta a livelli così alti ha comportato tanti sacrifici: “Sinceramente non mi è pesato niente, ho fatto con estremo piacere tutto perché comunque per me era supportarla nel fare un percorso di vita e sportivo. Anche se oggi posso dire che ho fatto cose davvero impegnative, è stato un piacere“.

Le cugine di Alice: “Certe della vittoria”

A Parigi con Alice sono andate anche le cugine Isabella e Letizia Picco, che raccontano a Fanpage.it l’emozione del viaggio: “Siamo partite già certe del risultato – dice Isabella -. Ho riempito la borsa di bandierine e lustrini tricolore, abbiamo una merceria, quindi abbiamo preso tutto ciò che c’era a tema olimpiadi. E poi ho messo in valigia anche una bella gonna d’oro. Come ho detto poi a Alice: quella argento nemmeno l’avevo portata”.

Le cugine e la zia di Alice Bellandi a Parigi

Le cugine e la zia di Alice Bellandi a Parigi

“Appena arrivati lì al palazzetto dov’era Alice – continua Letizia – per terra, ho trovato una medaglietta color oro. Nel vederla ho detto: ‘Eccola qua’. Sapevamo il suo potenziale, sapevamo quanto era forte e sapevamo che era determinata e quella medaglia se l’è sudata ogni giorno della sua vita“.

La via di De Gennaro

A un isolato di distanza c’è la casa di Giovanni De Gennaro. Nella via, dove il campione è cresciuto e ora vive con la fidanzata, alcuni residenti escono e ci raccontano: “Giovanni abita proprio di fronte a me – dice orgoglioso Luciano Scalvini -. Un grandissimo ragazzo, un ragazzo d’oro e non solo perché ha vinto ma perché è veramente eccezionale. Lo è sempre stato e anche dopo il successo è rimasto come era quando era un bambino e andava a scuola con uno dei miei figli. Giocavano a calcio in un campetto qui vicino”.

“Sinceramente – ci confida Luciano – ci speravamo proprio. ‘Farò il massimo che posso: per voi, per me e per la mia famiglia’, mi ha detto prima di partire”. Da una delle villette a schiera esce un altro signore, Piero Romano: “Siamo molto orgogliosi del regalo che Giovanni ci ha fatto”, dice commosso.

Anna e il pallone

Altra via, altra atleta olimpica. Poco distante dalla strada principale vivono i genitori di Anna Danesi, che in questi giorni sono in trasferta sul lago, pronti a partire per Parigi. Di Anna ci parla la dirimpettaia Adelina Saleri: “Qualche volta sì, il pallone di Anna è finito nel mio giardino – ricorda ridendo -. L’ho vista nascere e crescere e fin da piccola aveva un entusiasmo speciale per lo sport. Ha iniziato con la pallavolo di Roncadelle e poi ha fatto la sua strada, anche grazie al supporto dei genitori. Ora che la guardo in tv mi emoziono tantissimo”.

Uno striscione per Anna Danesi sulla ringhiera del palazzetto dove ha iniziato ad allenarsi

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L’adrenalina del sindaco

Visto che nessuno ci ha ancora parlato di pozioni magiche o combinazioni astrali favorite, tentiamo di sbrogliare l’arcano della città d’oro presentandoci direttamente davanti al primo cittadino. Il sindaco Roberto Groppelli ci accoglie in municipio tra una riunione e l’altra: “Anche se sarebbe divertente – dice a Fanpage.itnon cambieremo il nome del paese in Ronca d’Oro, ma sicuramente queste vittorie rimarranno impresse nella nostra comunità. Le olimpiadi le ho viste in tv, ma niente non sono riuscito a sedermi sul divano, sono restato in piedi quando gareggiavano i nostri atleti: l’adrenalina era troppa”.

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Fonte : Fanpage