Mountain View ha già preannunciato il ricorso all’appello contro la sentenza di un giudice federale secondo cui il colosso di Manl Park ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online
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Google ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online: lo ha stabilito il giudice federale della capitale Usa Amit P. Mehta, con una decisione che colpisce il potere di Big Tech e che potrebbe alterare radicalmente il loro modo di fare affari. La decisione da’ ragione al dipartimento di Giustizia e agli stati Usa che hanno fatto causa a Google, accusandola di aver consolidato illegalmente il suo predominio, in parte, pagando ad altre aziende, come Apple e Samsung, miliardi di dollari all’anno per far sì che il colosso di Menlo Park gestisse automaticamente le ricerche sui loro smartphone e browser web.
La sentenza del giudice federale Mehta
“Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio”, ha affermato il giudice Mehta nella sua sentenza di 286 pagine, la prima decisione antitrust dell’era moderna di internet in un caso contro un gigante tecnologico. La sentenza è la vittoria più significativa fino ad oggi per le autorità regolatorie americane che stanno cercando di frenare il potere dei colossi della tecnologia. Secondo il New York Times, è probabile che influenzi altre cause antitrust governative contro Google, Apple, Amazon e Meta (proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp). Il provvedimento non include rimedi per il comportamento di Google. Il giudice Mehta deciderà ora in merito, costringendo potenzialmente l’azienda a cambiare il suo modo di operare o a vendere parte della sua attività.
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La partnership incriminata
Il giudice ha stabilito che il colosso di Menlo Park ha bloccato circa il 90% del mercato della ricerca su Internet tramite una partnership con Apple (18 miliardi di dollari nel 2021 secondo il New York Times) e gli altri operatori di tlc. E ha sentenziato che Google ha penalizzato Microsoft nel mercato degli annunci pubblicitari visualizzati accanto ai risultati di ricerca, consentendole di dominare illegalmente anche quel mercato. La decisione arriva dopo un processo di 10 settimane celebrato lo scorso anno. Il governo federale e vari stati sostenevano che pagando miliardi di dollari per essere il motore di ricerca automatico sui dispositivi dei consumatori, Google aveva negato ai suoi concorrenti l’opportunità di costruire la scala richiesta per competere con il suo motore di ricerca. Nella sua testimonianza, il ceo di Microsoft Satya Nadella si era detto preoccupato che il dominio del suo rivale avesse creato un “Google web” e che il suo rapporto con Apple fosse “oligopolistico”. E aveva ammonito che se avesse continuato imperterrito, probabilmente Google sarebbe diventato dominante anche nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Google dal canto suo si era difesa affermando che stava vincendo la sfida “perché era migliore”.
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Fonte : Sky Tg24