Dopo aver assistito all’evento Galaxy Unpacked di Parigi, con cui Samsung ha presentato una nuova linea di prodotti che comprende telefoni pieghevoli, auricolari wireless e smartwatch, chi scrive questa recensione ha portato con sé – in ferie – il nuovo Galaxy Z Fold 6 con l’obiettivo di capire come va, effettivamente, il foldable più grande prodotto dall’azienda di Seul (ce n’è infatti anche un altro, il Galaxy Z Flip 6, più piccolo e con apertura a conchiglia).
L’idea era soprattutto quella di sperimentare, nel tempo libero, le nuove funzioni basate su intelligenza artificiale del dispositivo.
Ma lo scorso 19 luglio il foldable di Samsung ha dovuto superare, in realtà, una prova più complessa e imprevista: sostituirsi a un notebook – sì, purtroppo o per fortuna c’è qualcuno che non lo porta con sé in vacanza – per permettere all’autore di questa recensione di raccontare, per La Repubblica, il bug informatico di CrowdStrike che ha messo in ginocchio il mondo.
Scrivere 90 righe per un quotidiano, su una storia così grande e importante, richiede un impegno non indifferente, anche dal punto di vista tecnologico: bisogna consultare le fonti e spostarsi continuamente, in questo caso, dal browser e dai social all’editor di testo.
Questo multitasking – nonché la digitazione delle 5.000 battute finali – si sarebbe rivelato estremamente complesso su un display da sei pollici di uno smartphone tradizionale. E praticamente impossibile su un dispositivo mobile con una potenza di calcolo inadeguata.
Il Galaxy Z Fold 6 invece si è dimostrato all’altezza della situazione: il suo ampio schermo interno si divide a metà – sia in verticale sia in orizzontale – e consente di usare una app affiancata a un’altra.
Quando il dispositivo viene aperto a 90°, inoltre, e viene poggiato su una superficie piana, assume proprio le sembianze di un notebook, con la tastiera virtuale nel pannello inferiore e l’editor di testo in quello superiore.
Come un notebook
Il multitasking estremo sul Galaxy Z Fold 6 – volendo si possono aprire contemporaneamente fino a 4 finestre, ma l’ideale sono due – è reso possibile da un processore avanzato, il Qualcomm Snapdragon 8 Gen3, e da un sistema operativo eccellente che nel corso della nostra prova si è sempre dimostrato fluido e reattivo.
Se tutto questo ha contribuito alla stesura efficace di un articolo, in condizioni precarie, non abbiamo molti dubbi sul fatto che il nuovo pieghevole Samsung sia un solido strumento per i professionisti che devono scrivere mail, compilare documenti attingendo al Cloud e che vogliono sfruttare in modo efficace gli strumenti dotati di IA generativa: affiancando la app di Gemini o di ChatGpt, per esempio, alla app Samsung Notes su cui prendere appunti, o a un Doc di Google.
Rispetto al modello precedente, uscito nel 2023, il Galaxy Z Fold 6 cambia il tanto che basta per essere più sottile, leggero e maneggevole rispetto al passato.
Il design
Lo spessore del nuovo dispositivo è di appena 12,1 millimetri – se si esclude la sporgenza delle fotocamere – un record per Samsung, che equivale più o meno a due Galaxy S24 Ultra sovrapposti. Ma rispetto a quest’ultimo, il Fold è appena 4 grammi più pesante, per un peso complessivo di 239 grammi che permette al pieghevole di essere tenuto con una sola mano senza troppa fatica.
Cambiano anche gli angoli del telefono, che ora sono squadrati, e la finitura del telaio in alluminio, che adesso è opaca e rafforza la sensazione di avere tra le mani un pieghevole fatto con materiali premium (senza dimenticare, però, anche i tanti materiali riciclati che caratterizzano ultimamente i dispositivi Samsung, sempre più green).
Anche i nuovi anelli intorno ai tre obiettivi posteriori migliorano, nel complesso, l’aspetto del dispositivo, che è disponibile in tre colori: Silver Shadow, Pink e Navy.
Non cambia molto, invece, la larghezza del display esterno da 6,4 pollici, che cresce di pochi millimetri rispetto al Galaxy Z Fold 5.
Di conseguenza, migliora di pochi impercettibili millimetri anche lo schermo interno, con grande disappunto di chi avrebbe voluto più pixel a disposizione fuori e dentro il telefono.
Ma evidentemente gli ingegneri Samsung, puntando da sempre su un formato che prevede un pannello esterno più “stretto” rispetto a quelli della concorrenza, hanno trovato per il Fold un “assetto” che funziona e che preferiscono migliorare gradualmente, come farebbe un team di meccanici della F1 con una monoposto che va già velocissima.
Invece gli utenti – e gran parte delle testate dedicate a innovazione e prodotti tecnologici – chiedono da alcuni anni all’azienda di Seul una “rivoluzione” del suo foldable.
Il motivo principale sarebbe questo: chi possiede un Galaxy Z Fold 5, per esempio, avrebbe meno motivi per passare al modello più nuovo appena presentato a Parigi.
Questa teoria è condivisibile. Innanzitutto stiamo parlando di un telefono che costa più di duemila euro. Il nuovo Galaxy Z Fold 6, a seconda della configurazione, va infatti dai 2.100 ai 2.459 euro.
Inoltre chi ha un Galaxy Z Fold 5 può contare su 7 anni di aggiornamenti garantiti per Android e patch di sicurezza – gli stessi offerti a chi compra il nuovo modello – che in teoria allungano sensibilmente la vita di uno smartphone.
Un pieghevole consolidato
Ma il metro di giudizio del nuovo Fold di Samsung – così come di un qualsiasi altro pieghevole – non può e non potrà mai essere la probabilità di upgrade dei vecchi clienti.
Il mercato dei pieghevoli è destinato a crescere – nel primo trimestre del 2024 è già aumentato del 49% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – ma è ancora una nicchia rispetto a quello degli smartphone tradizionali.
L’obiettivo primario di Samsung, dunque, è quello di conquistare nuovi clienti, grazie a un foldable rodato, sicuramente migliorato in tanti aspetti – abbiamo già detto del design, ma anche i passi in avanti dell’IA sono interessanti – e perfezionato in alcuni punti fondamentali e invisibili agli occhi.
La cerniera, per esempio, è stata rinforzata con una struttura a doppio binario, ed effettivamente la differenza si sente, rispetto al Galaxy Z Fold 5. E poi il display interno OLED da 7.6 pollici, quello che si piega, è più luminoso – arriva a 2.600 nits come il Galaxy S24 Ultra – e incorpora nuovi materiali che, secondo Samsung, lo rendono più resistente rispetto al passato.
L’azienda sudcoreana ha iniziato la sua sperimentazione e ricerca sui display pieghevoli addirittura nel 2008. E sul Galaxy Z Fold 6 è stato fatto l’ennesimo passo in avanti, molto interessante dal punto di vista tecnico e con grandi benefici sulle dimensioni finali del dispositivo.
L’innovazione invisibile agli occhi
Partiamo da una considerazione: un display pieghevole è fatto da innumerevoli strati.
Elasticità e longevità dello schermo sono determinate proprio dal modo in cui questi strati vengono messi insieme.
Per il Galaxy Z Fold 6 gli ingegneri Samsung hanno studiato un nuovo fluido addensante che si adatta a diversi tipi di pressione e che si trova proprio sotto l’ultimo strato protettivo. In questo modo Samsung ha potuto rimuovere alcuni strati sottostanti, rendendo dunque più sottile e resistente il nuovo foldable.
Ma per il colosso di Seul non è abbastanza. Pare che TM Roh, il capo della divisione Mobile Experience di Samsung, abbia chiesto l’impossibile: un pieghevole che in futuro sia in grado di scendere a 7.7 millimetri di spessore, più sottile addirittura di un Galaxy S24 Ultra (8,6 millimetri) e di uno dei pieghevoli meno spessi in circolazione, l’Honor Magic V3 (9,2 mm).
Ma sono solo voci, a quanto pare, perché difficilmente il prossimo modello – nonostante gli sforzi di Samsung – scenderà sotto gli 11,5 mm di spessore, una misura che secondo gli ingegneri del colosso sudcoreano può ancora garantire un’adeguata durevolezza e affidabilità a questo tipo di telefono.
S Pen, un po’ ci manchi
Erano voci anche quelle che, fino a qualche mese fa, davano per certa la S Pen integrata nel Galaxy Z Fold 6, e tali purtroppo sono rimaste. L’accoppiata pennino+smartphone, infatti, ci ha conquistato sul Galaxy S 24 Ultra. Invece la S Pen non solo non è compatibile con lo schermo esterno del nuovo Fold, ma per averla sempre a disposizione bisogna acquistare – a parte – la cover prodotta da Samsung che la include, che aumenta lo spessore del pieghevole ma che rappresenta una scelta obbligata per chi è abituato a firmare molti documenti sul suo dispositivo mobile, o per chi disegna molto in movimento.
La S Pen sul Galaxy Z Fold 6 è inoltre strategica se si ha intenzione di utilizzare al meglio le nuove capacità dell’IA del telefono, che a partire da un semplice schizzo – come leggerete in seguito – può produrre un elemento realistico all’interno di una fotografia presente nel rullino digitale.
Ancora più protetto
Per chi si avvicina per la prima volta a un pieghevole Samsung, c’è un’altra nota positiva da tenere a mente: il nuovo modello può contare su una certificazione IP48, mentre il vecchio Galaxy Z Fold 5 è fermo a una “Ingress Protection” pari a X8.
Questo vuol dire che entrambi i modelli sono resistenti all’acqua – in teoria per 30 minuti a 1,5 metri di profondità – ma solo il Fold 6 è “certificato” per resistere alla polvere. Il valore dopo la “P”, infatti, ci dice che il foldable Samsung è protetto da particelle fino a un millimetro di diametro (il valore massimo di questa scala equivale a 6).
È stata migliorata e ampliata anche la vapor chamber del dispositivo. Il nuovo Fold “scalda” effettivamente meno e questa è una buona notizia per chi, per esempio, nel tempo libero intende sfruttare l’ampio display interno per giocare con un videogame.
Il Galaxy Z Fold 6 non è il primo telefono che verrebbe in mente a un videogiocatore, eppure le sue caratteristiche tecniche sono di tutto rispetto. La GPU è stata migliorata per raggiungere prestazioni grafiche superiori proprio quando si gioca, mentre la potenza di calcolo della CPU per i compiti generici è aumentata del 18%. L’elaborazione neurale della NPU, ottimizzata per l’intelligenza artificiale, è invece cresciuta del 42% rispetto a quella del Galaxy Z Fold 5.
L’IA generativa, finalmente
Proprio l’IA è uno dei motivi per cui vale la pena scegliere un Galaxy Z Fold 6, e più in generale uno smartphone top di gamma Samsung, poiché l’azienda sudcoreana è stata tra i primi – insieme a Google – a integrare questa tecnologia nei suoi pieghevoli.
E se a inizio 2024, quando ha debuttato, la Galaxy AI poteva sembrare un’operazione di marketing volta a cavalcare l’hype che caratterizza l’intelligenza artificiale generativa, oggi il pacchetto di strumenti che offre Samsung è un punto a favore dei suoi dispositivi.
Sul Galaxy Z Fold 6 ci sono tante funzioni che abbiamo già visto all’opera sui Galaxy S24 e sui modelli precedenti che hanno ricevuto la Galaxy AI.
Tra questi la trascrizione intelligente delle conversazioni – con l’IA capace di distinguere fino a 10 voci diverse – e la sintesi del loro contenuto in un formato ordinato e accattivante.
Oppure l’Assistente foto che secondo noi è tra le funzioni più utili, perché permette di scontornare qualsiasi oggetto o soggetto all’interno di una fotografia e poi di ingrandirlo, rimpicciolirlo, riposizionarlo o cancellarlo dalla scatto: il vuoto che viene lasciato viene rimpiazzato da uno sfondo rigenerato completamente dall’intelligenza artificiale.
È uno strumento che abbiamo usato molto per modificare le fotografie in cui abbiamo immortalato, per esempio, dei soggetti per sbaglio.
La funzione “Interprete”, che già esisteva sui Galaxy S24 o sugli S23 aggiornati, adesso sfrutta in modo intelligente i due schermi: quando si ha di fronte una persona che non parla la nostra stessa lingua, sarà sufficiente piegare a 90° il foldable, di modo da rivolgere lo schermo esterno verso l’interlocutore. Attivando la modalità “interprete”, appunto, entrambi i partecipanti alla conversazione avranno a disposizione uno schermo su cui vedranno tradotto ciò che viene detto, senza dover condividere lo stesso smartphone.
Utile anche la modalità “ascolto” che offre una trascrizione istantanea: una volta avviata la registrazione, sul display compariranno le parole pronunciate da chi sta parlando. L’abbiamo messa alla prova durante un’intervista e, soprattutto, mentre erano in riproduzione video su YouTube in inglese e in francese, e la trascrizione è stata sufficientemente buona da permetterci di comprendere ciò di cui si parlava.
Una funzione molto interessante, che impressiona per la precisione e la potenza, è quella chiamata “Sketch to image” che consente di fare un disegno sul display interno – a mano o con la S Pen – e di trasformarlo – grazie all’IA generativa – in un oggetto realistico o in un’illustrazione. La cosa bella è che non serve essere degli artisti: anche una specie di scarabocchio può tramutarsi in un disegno sorprendente.
Si può anche disegnare un oggetto – oppure un animale o un insetto per esempio – all’interno di una fotografia: è impressionante il modo in cui la Galaxy AI riesce a includerlo nell’immagine originale, adattandolo al contesto in termini di proporzioni e di luci e ombre. Da notare anche il fatto che ogni volta l’IA offre ben quattro versioni diverse dell’elemento generato, per cercare di soddisfare al meglio ciò che aveva immaginato l’utente.
Ecco alcuni esempi:
Si intuisce perché Samsung ha fatto in modo che le immagini alterate dall’IA contengano un marchio che esplicita la loro natura: i risultati sono estremamente credibili, le foto modificate potrebbero essere scambiate per vere.
È la magia dell’intelligenza artificiale generativa, che imita la creatività umana, e che sul Galaxy Z Fold 6 per la prima volta interessa anche il testo. Finora la Galaxy AI aveva permesso soltanto di modificare i messaggi scritti dall’utente, suggerendo per esempio un tono diverso.
Ora invece il Galaxy Z Fold 6 ha integrato nella tastiera un nuovo strumento chiamato “Compositore” che in pratica è una sorta di chatbot dotato di IA generativa simile a ChatGpt, Copilot e Gemini. Rispetto a quest’ultimi la potenza è inferiore – nel senso che l’IA di Samsung può gestire una quantità di testo ridotta e generare scritti più brevi – ma si tratta comunque di una funzione notevole, soprattutto perché è gratis.
Al “Compositore” si può chiedere – attraverso un semplice prompt – di scrivere il testo per una mail, per un post sui social o per una qualsiasi altra comunicazione. E si può scegliere di generare il testo , anche in questo caso, con uno stile preciso: professionale, per esempio, oppure casual o social. Il testo inedito creato dall’IA può essere poi usato direttamente in tutte le app che implicano l’utilizzo della tastiera virtuale, come Samsung Notes, Outlook o Gmail. O ancora sui social, a corredo di una foto che si intende condividere con i follower. L’IA, in questo caso, saprà associare al testo anche hashtag ed emoticon adeguate.
Anche sul nuovo Fold, inoltre, c’è la funzione “Circle to Search”, sviluppata in collaborazione con Google.
Se c’è qualcosa di un’immagine – o di un video – che ci colpisce particolarmente, e di cui vorremmo sapere di più, basta evidenziarla con un cerchio.
L’IA a quel punto farà una ricerca online per recuperare informazioni. Se abbiamo cerchiato una borsa, per esempio, troverà il modello esatto. Se invece viene cerchiato un testo, si può ottenere la sua traduzione.
A differenza di quanto accade con Google Lens, che effettua un’operazione simile attraverso la fotocamera (dei Pixel) oppure attraverso la app Google Foto, “Circle to Search” funziona su qualsiasi app del telefono: basta premere qualche secondo il bordo inferiore del display.
Gli scatti affidabili
Le tre camere che sporgono, sul retro, fanno un lavoro molto buono sia di giorno, sia in condizioni di luce scarsa.
La fotografia notturna, in particolare, ci ha colpito, con scatti che acquistano – anche grazie alle correzioni dell’intelligenza artificiale – una “luce” delicata che fa emergere dalla semioscurità oggetti e soggetti. Come in questo caso, lo scatto dell’ingresso di un parco giochi effettuato in un punto scarsamente illuminato:
L’IA interviene efficacemente anche nella rimozione di ombre (molto bene) e dei riflessi (sufficientemente bene).
Gli scatti diurni, invece, offrono ottimi colori, grande nitidezza, esposizione e risoluzione dei dettagli.
Il comparto fotografico del Galaxy Z Fold 6, nel complesso, cambia poco rispetto al modello precedente: c’è la fotocamera principale con sensore da 50 MP, il teleobiettivo da 10 MP (con zoom ottico 3x) e una nuova – questa sì – grandangolare da 12 MP.
La fotocamera frontale, per i selfie, è da 10 MP e fa un buon lavoro nella modalità ritratto. All’occorrenza c’è anche una fotocamera nascosta sotto il display interno, da 4 MP, è quella che obiettivamente si utilizza meno.
Una giornata di autonomia
La batteria da 4400 mAh è la stessa del Galaxy Z Fold 5, ma il processore più avanzato e i miglioramenti apportati alla vapor chamber consentono al nuovo Galaxy Z Fold 6 di raggiungere un’autonomia maggiore rispetto al modello precedente.
La ricarica fino a 25 watt consente di arrivare al 50% in circa 30 minuti.
Abbiamo notato, nel periodo in cui abbiamo provato il Galaxy Z Fold 6, che un utilizzo variegato – navigazione, video su YouTube, scrittura e uso dei social – ha scaricato la batteria del pieghevole Samsung in una giornata.
La nota positiva è che siamo sempre riusciti ad arrivare fino a sera senza particolari problemi.
Fonte : Repubblica