La Corea del Nord trasferisce 250 lanciamissili al confine con il Sud: ecco cosa sta succedendo

Il leader nordcoreano Kim Jong-Un torna a minacciare la Corea del Sud e gli Stati Uniti. E lo fa schierando al confine meridionale ben 250 lanciamissili di nuova generazione per missili balistici in grado potenzialmente di sferrare attacchi nucleari. I lanciatori mobili di colore verde oliva sono stati mostrati durante una speciale cerimonia di “trasferimento”, presieduta direttamente da Kim e svoltasi ieri nella capitale Pyongyang, ma pubblicizzata dai media di regime solo oggi. Questi lanciamissili sono “una potente spada preziosa” per difendere la sovranità della Corea del Nord, ha dichiarato il Maresciallo, assicurando di averle “progettate personalmente”. 

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“Il mondo osserva lo sviluppo della nostra potenza militare” ha sostenuto Kim, parlando di uno speciale “effetto deterrente”. Citando le parole del Maresciallo, “la vera pace viene assicurata costruendo una grande forza”. La Corea del Nord deve essere pronta per il confronto dopo un’esperienza “di oltre 30 anni nelle relazioni con gli Stati Uniti” e la sua capacità nucleare sarà legittimata “quanto più brutale e spietata sarò l’aggressione”, ha affermato Kim durante la cerimonia. 

I lanciamissili in grado di trasportare testate nucleari

È la prima volta che la Corea del Nord rende pubblica la portata di un trasferimento di armi alle sue unità di confine, ha sottolineato Han Kwon-hee della Korea Association of Defence Industry Studies. Ogni lanciatore è progettato per contenere quattro missili, ha detto Han aggiungendo che la fornitura di armi da parte di Pyongyang a Mosca potrebbe aver “interferito con la capacità del Nord di produrre effettivamente mille missili”. Secondo lo studioso, quindi, le relazioni sempre più strette tra Russia e Corea del Nord hanno permesso un maggiore sviluppo dell’intelligenza missilistica ambita da Kim. 

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Alcuni analisti di NkNews, sito specializzato in questioni nordcoreane, ritengono che i lanciatori potrebbero trasportare il missile balistico a corto raggio Hwasong-11D, che, secondo Kim, è in grado di trasportare testate nucleari. 

Quanto costerebbe una guerra tra le due Coree?

Pyongyang sta rafforzando le sue capacità militari al confine mentre Seul ha ripreso le sue sonore campagne di propaganda contro il regime nordcoreano. Da mesi la Corea del Nord e quella del Sud si scambiano voli in mongolfiera che trasportano spazzatura per chi vive nel Nord e propaganda anti-Kim per chi vive nel Sud. Le relazioni tra le due Coree stanno attualmente attraversando uno dei periodi di tensione più forti degli ultimi anni. Bisogna ricordare che Pyongyang e Seul sono ancora tecnicamente in guerra: il conflitto che li ha opposti tra il 1950 e il 1953 si è concluso con un armistizio e non con un trattato di pace.

Ma quali sarebbero i costi di una nuova guerra tra le due Coree? Secondo un’analisi effettuata da Bloomberg Economics, un conflitto su larga scala nella penisola coreana potrebbe provocare milioni di morti e costare all’economia globale 4mila miliardi di dollari nel primo anno, pari al 3,9% del Pil, più del doppio dei danni causati dall’aggressione russa in Ucraina. Ci sarebbero poi costi in termini commerciali. Un conflitto in tutta la penisola comporterebbe anche il blocco delle esportazioni di elettronica e microchip dalla Corea del Sud, con danni per l’economia globale. Questo perché, precisa Bloomberg, la Corea del Sud produce il 4% di tutti i componenti elettronici utilizzati nelle fabbriche del mondo e circa il 40% di tutti i chip di memoria.

Fonte : Today