Auto in fiamme e assalti ai centri di accoglienza: nel Regno Unito è partita la caccia agli immigrati

Non si fermano le violente proteste anti immigrati nel Regno Unito, violenze che dalla città inglese di Southport si sono allargate ad altri centri dell’Inghilterra e dell’Irlanda del Nord. Nel weekend la nazione è stata di nuovo centro di pesanti scontri con la polizia che ha arrestato oltre 150 persone e con la folla inferocita che in un caso ha provato addirittura a dare alle fiamme un centro d’accoglienza che ospitava decine di persone.

Auto della polizia sono state danneggiate e veicoli parcheggiati in strada sono stati dati alle fiamme. Per rispondere alla situazione il premier britannico, Keir Starmer, ha convocato una riunione urgente del comitato per le emergenze Cobra, a cui prendono parte i ministri competenti per l’ordine pubblico e i vertici delle forze di polizia, e in cui verranno adottate nuove misure più severe contro i ‘riots’ organizzati dai gruppi dell’ultradestra.

L’inizio delle violenza

Gli scontri sono stati innescati la settimana scorsa dall’uccisione di tre bambine imputata al raptus di un 17enne a Southport, vicino a Liverpool, e dalla successiva diffusione di fake news sui social media. I primi scontri violenti sono avvenuti nella cittadina della tragedia, con la moschea presa d’assalto dopo la diffusione della falsa notizia secondo cui l’assalitore sarebbe stato musulmano, per poi estendersi al centro inglese di Rotherham, nello South Yorkshire, a Tamworth, nello Staffordshire ma anche a Liverpool, Bristol, Tamworth, Middlesbrough e Belfast, nell’Irlanda del Nord.

La maggior parte dei giovani rivoltosi indossavano passamontagna e bandiere britanniche, molti lanciavano sassi e gridavano “Stop the Boats”, fermate le barche, un riferimento ai migranti arrivati sulla costa meridionale negli ultimi anni. In tutto dall’inizio delle proteste sono state arrestate 420 persone. Il Paese non vedeva un’esplosione di violenza del genere dal 2011, dopo la morte di un giovane di colore, Mark Duggan, ucciso dalla polizia nel nord di Londra.

L’assalto al centro

A Rotherham una folla di rivoltosi mascherati e guidati dall’estrema destra ha cercato di dare fuoco a un hotel che ospitava richiedenti asilo, mentre altre violenze divampavano in tutto il Paese durante le proteste contro l’immigrazione. Ieri, domenica 4 agosto, circa 700 persone si sono riunite davanti all’Holiday Inn Express di Rotherham, struttura utilizzata come centro di accoglienza, prima di scontrarsi con la polizia. Alcuni manifestanti hanno lanciato pezzi di legno, bottiglie e sedie e hanno spruzzato estintori contro gli agenti.

La polizia del South Yorkshire ha dichiarato che almeno 10 uomini delle forze dell’ordine sono stati feriti, tra cui uno che ha perso i sensi per una ferita alla testa. I filmati della scena hanno mostrato un bidone in fiamme e i manifestanti, alcuni dei quali vestiti con bandiere di San Giorgio e del sindacato, che urlavano: “Cacciateli”. A un certo punto i manifestanti hanno preso d’assalto l’hotel, con segnalazioni di un incendio all’interno e persone che sbirciavano dalle finestre.

“Atto criminale”

Il ministro dell’Interno, Yvette Cooper, ha condannato i rivoltosi: “L’attacco criminale e violento a un hotel che ospita richiedenti asilo a Rotherham è assolutamente spaventoso”, puntando il dito contro il tentativo di “appiccare deliberatamente il fuoco a un edificio in cui si sapeva che c’erano persone all’interno. “La polizia del South Yorkshire ha il pieno sostegno del governo per un’azione più forte contro i responsabili”, ha aggiunto.

Auto della polizia sono state incendiate e vetture nella strada sono state date alle fiamme. Le proteste all’Holiday Inn Express sono iniziate a mezzogiorno e si sono immediatamente trasformate in una rivolta quando una folla di militanti di estrema destra, per lo più uomini, ha distrutto le finestre e incendiato una tromba delle scale dell’edificio, sopraffacendo temporaneamente la polizia.

Shabnam Shabir, che faceva parte di un gruppo di contro protestanti, ha raccontato di essere rimasta traumatizzata dopo che il suo gruppo è stato circondato e immobilizzato dalla folla, che le ha urlato insulti razzisti. “C’era un sacco di gente di estrema destra arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata”, ha detto a The Guardiam. “È davvero spaventoso”, ha aggiunto, raccontando di essere rimasta bloccata nella sua auto fuori dall’hotel, impossibilitata ad andarsene finché non l’hanno fatto i rivoltosi. “E ci sono persone all’interno dell’hotel che hanno paura per la loro vita, quindi è terrificante”.

Le fake news

La polizia punta il dito contro la disinformazione online, amplificata da personaggi di alto profilo. Uno dei più importanti è Stephen Yaxley-Lennon, a capo del gruppo anti-Islam English Defence League, è stato accusato dai media di aver diffuso disinformazione ai suoi 875.000 follower su X. “Stanno mentendo a tutti voi”, ha scritto Yaxley-Lennon, conosciuto con lo pseudonimo di Tommy Robinson. “Tentano di mettere la nazione contro di me. Ho bisogno di voi, siete la mia voce”, ha aggiunto. Anche Elon Musk, il proprietario di X, è intervenuto sulla violenza. Rispondendo a un post su X che incolpava l’immigrazione di massa e le frontiere aperte per i disordini nel Regno Unito, ha scritto: “La guerra civile è inevitabile”.

Fonte : Today