Be Alternative Festival, vivere la vita e la musica in…n’atra manera

In una parola c’è l’essenza. E quella parola è alternative. La Calabria parla inglese ma se si fosse appellata al local n’atra manera la avrebbero capita ovunque. Mi ha detto Marco Castello, che sul palco del Be Alternative Festival è tornato per la seconda volta, che è il festival più bello d’Italia. Non lo ha detto da ruffiano. Lui che è evaso dalla discografia per aprire una etichetta (che potrebbe diventare una factory) ribattezzata Megghiu Suli (e invito a riflettere sull’assonanza del concetto di suli tra soli e sole) ha parlato con trasparenza, con schiettezza. Io, come in un gioco di incastri emotivi, dico che è un Festival speciale: la Sila, il lago Cecita, l’accoglienza, le famiglie sul plaid a godersi brezza, sole e musica. C’è una chiesetta dedicata a San Lorenzo. Gli organizzatori hanno deciso, per ringraziare i residenti tolleranti nella due giorni della pacifica e festosa invasione dei bealternativies (se ci sono gli swifties perché non esserci gli amici di questo angolo di Sila Grande nei pressi di Camigliatello) di restaurare il tetto, trasformando lamiere arrugginite e gementi in legno caldo e santificato.

LA COMUNITA’ DEL BE ALTERNATIVE FESTIVAL

Motorpsycho, Kula Shaker, Colapesce Dimartino, Marlene Kuntz, Timber Timbre, Marco Castello, Her Skin, Partyzan (Fabio Nirta + Robert Eno) e Cami Laye Okun i protagonisti dell’edizione 2024. Che, per arrivare nel backstage, passano tra il pubblico. Nessun percorso preferenziale, tutti lungo il declivio vista lago: sorrisi, saluti, qualche foto nella convivialità di una serata tra amici. Una comunità che si stringe intorno alla musica, un hotel, il San Lorenzo, che si trasforma in quello che una volta era il luogo di ristoro, quello dove cambiare i cavalli e dare loro fieno, dove desinare e regalarsi un bicchiere di vino. Nei due giorni del Be Alternative Festival si è arrivati ben oltre le tremila persone, numeri importanti, numeri vincenti. Adelante, Pedro, con juicio, se puedes: l’originale è di Antonio Ferrer, il gran Cancellieri di Milano, ne I Promessi Sposi. La sua emanazione è nelle persone di Cristian Romeo, Marco Verteramo e Fabrizio Cariati senza il cui coraggio, senza il  loro essere visionari oggi saremmo, artisticamente tutti più poveri. Perché sul lago Cecita non si viene (solo) per ascoltare un artista ma perché esserci è appartenenza, è fratellanza e sorellanza, è l’umanità che risponde a chi la vorrebbe arida e succube. Qui si vince col sorriso. E, vi assicuro, è tutta…n’atra manera!

marlene_kuntz_credit_aldo_torchia_1

approfondimento

Cristiano Godano: “Uno scambio di energia senza cedere alla nostalgia”

Fonte : Sky Tg24