Gli Stati Uniti e Israele si attendono un attacco dell’Iran domani, lunedì 5 agosto. A riportarlo è Axios, che cita alcune fonti. La tensione è alta e il generale Michael Kurilla, il capo del Centro di comando americano (Centcom), è arrivato in Medioriente: le intelligence occidentali si aspettano un’offensiva a 360 gradi, in grado di accerchiare con un “anello di fuoco” i sistemi di difesa dello Stato ebraico e della coalizione filoamericana. Teheran, scrive The Wall Street Journal, avrebbe respinto le richieste di moderazione dei diplomatici arabi in previsione di un attacco: non importa se la risposta all’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh porterà ad una guerra. E a differenza dell’operazione di aprile, con l’Iran che informò preventivamente Israele delle sue intenzioni dando l’idea di voler dare solo una dimostrazione di forza, stavolta stando agli analisti lo scenario sarebbe diverso. Tanto che Washington ha sollecitato i propri connazionali a lasciare subito il Libano “con qualsiasi volo disponibile”. Anche l’Italia, il Regno Unito, la Francia e l’Arabia Saudita hanno dato lo stesso avvertimento. Intanto, i ministri degli Esteri del G7, coordinati dal vicepremier Antonio Tajani, si sono riuniti in video conferenza per fare il punto della situazione. “Abbiamo espresso forte preoccupazione per i recenti avvenimenti che minacciano di determinare una regionalizzazione della crisi, a partire dal Libano”, ha dichiarato Tajani, secondo quanto riferisce la Farnesina in una nota. “Invitiamo le parti interessate a desistere da qualsiasi iniziativa che possa ostacolare il percorso del dialogo e della moderazione e favorire una nuova escalation”, ha aggiunto il ministro. (IL LIVEBLOG SULLA GUERRA IN MEDIORIENTE).
Dal G7 “Sostegno al Piano Biden su Gaza”
I ministri degli Esteri del G7, ha detto sempre Tajani, hanno riaffermato il “sostegno al Piano Biden” e “ribadito il carattere prioritario di una favorevole conclusione dei negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e sulla liberazione degli ostaggi”, oltre all’impegno “per intensificare l’assistenza umanitaria alle popolazioni della Striscia anche nell’ambito di Food for Gaza”. Tajani ha quindi ricordato con i suoi colleghi l’importanza del rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu per la gestione della presenza militare ai confini fra Libano e Israele. I ministri degli Esteri hanno condiviso informazioni sul Libano e concordato sulla necessità di mantenere un raccordo operativo costante nella regione, oltre a un coordinamento politico.
Tajani: “Gli italiani in Libano rientrino il prima possibile”
C’è tensione poi per quanto sta succedendo sul suolo libanese. “Visto l’aggravarsi della situazione, invitiamo gli italiani che soggiornano temporaneamente in Libano a non recarsi assolutamente nel Sud del Paese e a rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile. Invitiamo altresì i turisti italiani a non recarsi in Libano”, ha detto Tajani. Sono circa tremila i connazionali attualmente in Libano, al netto degli oltre mille militari impiegati in Unifil, mentre altri 200 circa sono a Beirut nella missione bilaterale Mibil. Nelle ultime settimane, il numero dei connazionali civili presenti nel Paese dei Cedri si è ridotto. In caso di crisi generalizzata, secondo quanto si apprende, scatteranno i piani di evacuazione che i ministeri degli Esteri e della Difesa hanno aggiornato negli ultimi giorni.
Consegnato un messaggio all’ambasciatore iraniano a Roma
Tajani ha anche chiesto al segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia di compiere un primo passo formale sulla possibile escalation del conflitto, veicolando un messaggio all’ambasciatore iraniano a Roma. L’ambasciatore Guariglia, nel corso del colloquio avvenuto ieri pomeriggio, ha quindi trasmesso al collega Mohammad Reza Sabouri l’invito di Roma a interrompere il ciclo delle azioni militari che possono portare a uno scontro militare più generalizzato in tutta la regione. Per Tajani, si legge nella nota della Farnesina, “è importante che la nuova amministrazione guidata dal presidente Pezeshkian e tutte le istituzioni iraniane procedano sul percorso di confronto con l’Europa e con tutti i Paesi della regione. L’Italia sarà sempre pronta a impegnarsi in ogni attività di politica e diplomazia”. Il ministro degli Esteri, anche nel quadro del G7, sta continuando un’azione diplomatica di de-escalation per veicolare l’appello al confronto e alla moderazione a tutti i partner della regione mediorientale.
Media: “Mosca invia armi a Teheran”
Sulla possibile escalation c’è anche lo spettro della Russia. Mosca, secondo quanto riferiscono alcuni media internazionali e da Channel 14 in Israele, avrebbe iniziato a dotare massicciamente l’Iran di nuove armi, in preparazione di una guerra contro Israele. Il Cremlino avrebbe poi dispiegato sistemi avanzati di guerra elettronica in Iran, compresi quelli che possono danneggiare o interrompere i sistemi militari a una distanza massima di 5.000 chilometri.
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Fonte : Sky Tg24