Cindy Ngamba entra nella storia. La pugile, originaria del Camerun, ha conqustato la prima medaglia per il Team dei rifugiati, di cui è stata che portabandiera alla Cerimonia inaugurale. Battendo ai punti 5-0 la francese Davina Michel nella categoria sotto i 75 chilogrammi, la 25enne ha ottenuto l’ingresso in semifinale e l’automatica medaglia, visto che nel pugilato non esiste la finale per il terzo posto e vengono assegnati due bronzi. Al termine dell’incontro la Ngamba ha esultato insieme ai tecnici della Gran Bretagna, con cui si allena, sventolando però la bandiera del Team rifugiati, che ha esordito alle Olimpiadi ai Giochi di Rio de Janeiro nel 2016. La camerunense non può rientrare nel proprio Paese d’origine perché si è dichiarata pubblicamente omosessuale; è arrivata in Gran Bretagna a 11 anni e recentemente si è allenata a Sheffield.
Il Team rifugiati nato nel 2015 su idea di Thomas Bach, presidente del Cio
La creazione della squadra è nata su idea di Thomas Bach, presidente del Cio, nel 2015 con un annuncio all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per portare attenzione sulla crisi globale dei rifugiati. L’anno successivo, alle Olimpiadi di Rio De Janeiro, per la prima volta gareggiarono con lo status di rifugiati due nuotatori siriani, due judoka della Repubblica del Congo e sei corridori di Etiopia e Sud Sudan. Adesso, grazie alla Ngamba, arriva anche la prima medaglia.
La gioia della boxer dopo la vittoria
“Significa il mondo per me essere la prima membro di una squadra di rifugiati a vincere una medaglia. Sono solo un essere umano, come qualsiasi altro rifugiato. Ci sono rifugiati in tutto il mondo”, ha detto Ngamba, dopo la vittoria sul ring. “Voglio dire a tutti i rifugiati in tutto il mondo e ai rifugiati che non sono atleti e sono principalmente esseri umani in tutto il mondo che dovete continuare a lavorare sodo, continuare a credere in voi stessi. Potete ottenere qualsiasi cosa vi prefiggiate”, ha chiosato.
Ngamba, 25 anni, è arrivata in Gran Bretagna all’età di 11 anni insieme a suo fratello per vivere con il padre. È una tripla campionessa britannica ma gareggia per la squadra dei rifugiati a Parigi perché non ha la cittadinanza britannica. “Il Team GB è sempre stato dalla mia parte. Sento di far parte del Team GB, ma sulla carta non lo sono”, ha detto all’Independent l’anno scorso. Le è stato concesso lo status di rifugiata qualche anno fa dopo aver dichiarato pubblicamente di essere gay. Non può essere rimandata in Camerun perché potrebbe affrontare la prigione poiché l’omosessualità è illegale nel paese africano.
Ngamba è arrivata ai Giochi di Parigi vincendo un torneo di qualificazione in Italia all’inizio dell’anno. È finanziata dal programma di solidarietà olimpica, ma potrebbe beneficiare di finanziamenti britannici se ottenesse la cittadinanza.
Fonte : Today