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Thompson è arrivato al secondo posto per 5 millesimi, un distacco invisibile a occhio nudo: tutti i rimpianti dell’atleta jaimaicano che nei Trials sarebbe stato da medaglia d’oro.
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Kishane Thompson è il vero deluso dei 100 metri alle Olimpiadi di Parigi 2024. Si è piazzato al secondo posto, mettendosi al collo la medaglia d’argento, con l’enorme rimpianto di aver sfiorato l’oro soltanto per 5 millesimi. Un distacco invisibile a occhio nudo ma che la tecnologia rileva senza problemi: dopo aver tagliato il traguardo si è fermato a guardare i monitor che non gli hanno dato la risposta che tanto sperava.
Per l’atleta jamaicano è una vera e propria beffa, visti soprattutto i Trials in cui era spiccato come vero erede di Usain Bolt. Una freccia che ha perso il metallo più prezioso per un’inezia: Noah Lyles è diventato campione olimpico con un tempo di 9.79 (.784), lui gli si è piazzato alle spalle con 9.79 (.789).
Un soffio che fa la differenza
Questione di 5 millesimi, ma tano basta per tracciare la linea tra primo e secondo posto. Lyles può appendersi al collo l’oro che prima apparteneva a Marcell Jacobs, Thompson resta in piedi sul gradino del podio che mai si sarebbe aspettato: alla vigilia dei Giochi Olimpici tutti i riflettori erano puntati su di lui, definito da tanti come il velocista da battere nella gara principe.
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Ed effettivamente è stato così fino alla finale, dove è arrivato come uno dei favoritissimi. La gara è stata praticamente perfetta, ma il distacco minimo sul traguardo lo ha beffato. Chissà quante volte il jamaicano avrà guardato e riguardato il frame dell’arrivo, dove si vede nettamente l’avversario che gli è davanti per una briciola, la posizione del petto proiettata in avanti rispetto alla sua che era eretta.
Il tempo da oro nei Trials
Il suo tempo di 9.79 è pazzesco, anche se condiviso con Lyles che ha corso una gara altrettanto bella, ma oltre alla foto del finale a tormentare Thompson ci si mettono anche i Trials che hanno determinato gli atleti che avrebbero poi preso parte alle Olimpiadi. Lo scorso 29 giugno, a poco più di un mese dal suo debutto a Parigi, il jamaicano era arrivato primo con 9.77.
Un tempo strabiliante che lo aveva incoronato a tutti gli effetti come erede di Bolt. A pensarci bene è una doppia beffa: se fosse riuscito a ripetere quella prestazione sarebbe arrivato primo senza ombra di dubbio, lasciando un discreto distacco tra lui e l’avversario.
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Fonte : Fanpage