Jacobs abdica e chiude quinto: il titolo dei 100 va a Lyles

Un grande Marcell Jacobs non basta. Non è sufficiente migliorare il primato stagionale: il campione olimpico di Tokio abdica e a Parigi chiude quinto in 9.85 consegnando il titolo a Noah Lyles che corre in 9.79 davanti a Kishane Thompson (stesso tempo, argento al fotofinish per l’inezia di 5 millesimi) e Fred Kerley in 9.81. L’azzurro, entrato in finale con il miglior tempo fra i ripescati, chiude a soli quattro centesimi dal podio e nel finale accusa anche un problema muscolare a una gamba.

Ancora una volta, come poche ore prima in semifinale, Marcell è rapidissimo ai blocchi, il suo è il secondo miglior tempo di reazione dopo Kerley che è quasi a rischio squalifica. Lo sparo fa esplodere uno Stade de France elettrizzato dopo una presentazione spettacolare; il lotto dei pretendenti alla vittoria più ambita è ampio e il livello elevatissimo. Nessuno si stacca nettamente dal gruppo, Marcell mostra un’ottima corsa e rimane spalla a spalla con gli altri contendenti, perde qualcosina solo nella fase centrale e si butta sul traguardo, ma il minimo vantaggio guadagnato da Lyles e Thompson vale le medaglie. Questione di minuscoli dettagli che fanno la differenza fra il podio e un quinto posto che rimane comunque eccellente e deve rendere orgogliosi per un risultato di qualità assoluta, che conferma Marcell fra i migliori a livello mondiale e non solo di queste stagioni. Negli ultimi tre anni, dai Giochi giapponesi, mai Jacobs aveva corso così veloce. Tagliato il traguardo l’azzurro si tocca la gamba e inizia subito esercizi di allungamento, poi viene soccorso e fasciato da un addetto e esce zoppicando. Una situazione che non lascia tranquilli in vista della staffetta 4×100, dove l’Italia difende l’oro conquistato in Giappone.

Solo in tre hanno fatto doppietta sui 100 alle Olimpiadi

Solo i grandissimi hanno fatto doppietta nei 100 metri alle Olimpiadi. Bolt addirittura ha esagerato con una tripletta (Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016), ma prima di lui bisogna risalire a Carl Lewis (Los Angeles 1984 e Seul 1988) e ancora più indietro a Archie Hahn, addirittura a inizio secolo fra Saint Louis 1904 e Atene due anni più tardi. Già questo sarebbe stato sufficiente per capire l’impresa che avrebbe dovuto compiere Marcell Jacobs.

Fonte : Today