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Il ministro Tajani ha presieduto oggi una riunione dei Ministri degli Esteri del G7 sulla situazione in Medio Oriente: “Invitiamo le parti interessate a desistere da qualsiasi iniziativa che possa ostacolare il percorso del dialogo e della moderazione e favorire una nuova escalation”.
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Il premier Netanyahu
“Siamo in massima allerta per difenderci in aria, in mare e a terra. Ci stiamo preparando a qualsiasi minaccia improvvisa”. A parlare è il portavoce dell’esercito israeliano sintetizzando l’atmosfera che si respira in Israele, dove si attende la rappresaglia iraniana dopo l’uccisione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh.
Secondo fonti del Wall Street Journal l’Iran avrebbe respinto ogni richiesta di moderazione e resta intenzionata a colpire. Quando succederà? Secondo i media Usa probabilmente già domani. In serata il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha riunito i vertici militari e di intelligence al ministero della Difesa a Tel Aviv.
“L’Iran e i suoi emissari cercano di circondarci con un anello di terrore su sette fronti. La loro aggressività manifesta non conosce sazietà, ma noi siamo determinati a fronteggiarli su ogni campo lontano”, ha dichiarato oggi Netanyahu. “Chiunque colpirà i nostri cittadini pagherà un prezzo molto alto: la nostra mano lunga colpisce nella Striscia di Gaza, nello Yemen, a Beirut e ovunque sia necessario”, ha aggiunto.
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L’emittente Channel 12 riporta che l’apparato di sicurezza israeliano sta valutando la possibilità di “azioni preventive o attacchi” che Israele potrebbe avviare, “anche in Libano o forse in altri luoghi, se necessario”. Un funzionario all’emittente NBC News ha fatto sapere che Israele si sta preparando al lancio di un attacco con razzi e droni della durata di più giorni da parte dell’Iran e di Hezbollah.
Intanto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha convocato i suoi omologhi dei Paesi G7 per “concordare un’azione politica e diplomatica che in extremis possa evitare uno scontro militare”. Al termine dell’incontro, Tajani ha affermato: “Invitiamo le parti interessate a desistere da qualsiasi iniziativa che possa ostacolare il percorso del dialogo e della moderazione e favorire una nuova escalation”, si legge in una nota in cui è stata ribadita anche la necessità di portare avanti i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Tajani: “Italiani via dal Libano”
Come fatto da altre capitali occidentali, anche l’Italia con Tajani ha invitato i connazionali a lasciare il Libano. Il ministro ha chiesto agli italiani nel Paese di “non recarsi assolutamente nel Sud e di rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile”. Circa tremila i civili che attualmente si trovano in Libano, mentre sono stati aggiornati i piani di evacuazione, con tre navi della Marina militare a disposizione per i rimpatri. Restano al loro posto i 1.200 soldati dispiegati sulla Linea Blu e a Beirut. La missione Unifil resta operativa anche se la “situazione è preoccupante”.
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Fonte : Fanpage