Il rischio che la guerra a Gaza possa degenerare in un conflitto regionale è sempre più concreto. Tanto che diverse ambasciate straniere nel paese mediorientale, come quella britannica e quella statunitense, hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare immediatamente il Libano con qualunque volo. L’ambasciata della Svezia, invece, ha chiuso la sua sede a Beirut per timore che la guerra a Gaza possa degenerare in un conflitto regionale.
Questo perché l’attacco degli ayatollah iraniani contro Israele, dopo l’uccisione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, sarà sferrato a 360 gradi per accerchiare con un “anello di fuoco” i sistemi di difesa aerea di Israele e della coalizione filoamericana. Ne sono convinte le intelligence occidentali, che tengono molto in conto il discorso del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah al funerale di Fuad Shukr, suo braccio destro ucciso dall’esercito israeliano. A differenza dell’operazione di aprile, con l’Iran che informò preventivamente delle sue intenzioni dando l’idea di voler solo dare una dimostrazione di forza, questa volta non ci sono indicazioni precise, in particolare sui tempi.
Nella giornata di oggi, Israele ha annunciato l’uccisione di un comandante degli Hezbollah libanesi dopo che i media libanesi hanno riferito di un raid un drone nel sud del Libano. Secondo le forze israeliane, l’Idf, l’operazione è scattata nella zona di Bazouriyeh, nei pressi di Tiro. Nell’attacco è stato ucciso Ali Nazih Abed Ali, considerato dalle Idf una figura “centrale nel Fronte Sud dell’organizzazione terroristica di Hezbollah”, accusato di essere coinvolto nella pianificazione e nell’esecuzione di vari attacchi.
Decine di arresti in Iran per l’assassinio del capo di Hamas Haniyeh
Le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato oltre venti persone per presunti collegamenti con l’assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran. A rivelarlo è il New York Times, citando due fonti iraniane a conoscenza delle indagini. Tra gli arrestati – riferisce il Times of Israel – figurano alti ufficiali dell’intelligence iraniana, ufficiali militari e membri dello staff della guesthouse dove è stato ucciso Haniyeh, gestita dall’organo militare IRGC, il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica.
Nel frattempo, l’Iran smentisce le notizie del New York Times sulle circostanze dell’uccisione, mercoledì scorso a Teheran, del capo politico di Hamas. L’agenzia iraniana Tasnim cita una “fonte informata” secondo cui l’articolo del Nyt è “pieno di menzogne”, rientra “nella guerra psicologica” israeliana e “non ha alcun valore giornalistico”.
Secondo il Nyt, che due giorni fa citava sette funzionari mediorientali, Haniyeh sarebbe stato ucciso da un ordigno esplosivo nella guest house di Teheran dove alloggiava, da una bomba che nascosta circa due mesi prima, e poi fatta esplodere da remoto, nella struttura gestita e difesa dai Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran iraniani. Stando a questi ultimi, che non risparmiano accuse a Israele, Haniyeh è stato ucciso da un “proiettile a corto raggio con una testata di circa sette chilogrammi” e c’è stata una “forte esplosione all’esterno dell’area del luogo in cui soggiornava Haniyeh”.
Falliti i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani
Sono a un punto morto i negoziati sul dossier degli ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. Non ha portato a una svolta il nuovo round di colloqui sul dossier ostaggi che si è tenuto oggi al Cairo e al quale hanno partecipato i capi del Mossad e dello Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar. Secondo una “fonte israeliana” sentita dal quotidiano israeliano Haarez, il premier Benjamin Netanyahu non è interessato ai negoziati, tanto che le sue richieste avrebbero fatto fallire questo ennesimo round di colloqui. Inoltre, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha affermato che il primo ministro Netanyahu continua a frenare un accordo che restituirebbe gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza per ragioni puramente politiche. Ha aggiunto che “i capi dell’apparato di sicurezza devono uscire allo scoperto e dire al pubblico la verità: se il governo israeliano ha rinunciato agli ostaggi, che lo faccia direttamente con le famiglie e che smetta di fare giochetti”.
La tensione in Medio Oriente è altissima. L’agenzia del Regno Unito per le operazioni commerciali marittime (Ukmto) segnala su X di aver ricevuto notizia di “un incidente” a 170 miglia nautiche a sudovest di Aden, in Yemen. Da mesi gli Houthi, che controllano aree dello Yemen, compresa la capitale Sana’a, prendono di mira mercantili che considerano legati a Israele rivendicando una campagna contro la guerra nella Striscia di Gaza. Per questo l’agenzia britannica invita “le navi di transitare con cautela e di segnalare qualsiasi attività sospetta”.
Fonte : Today