Kunihiko Iida aveva 3 anni quando fu gravemente ferito nell’esplosione. Sente l’urgenza di parlare non solo ai giapponesi, ma anche ai tanti turisti stranieri: “Sarà difficile abolire le armi nucleari senza diffondere la consapevolezza della realtà di ciò che è accaduto”. Sono circa 107mila oggi gli “hibakusha”, la cui vita è stata segnata dalle due bombe americane.
Tokyo (AsiaNews) – Un sopravvissuto alla bomba atomica di Hiroshima a 82 anni ha iniziato a prendere lezioni individuali per migliorare il suo inglese, nella convinzione che l’aumento dei conflitti globali renda più urgente che mai la sua missione di comunicare al mondo gli orrori delle armi nucleari. L’agenzia giapponese Kyodo News racconta che Kunihiko Iida era solo un bambino quando l’atomica sganciata dagli Stati Uniti devastò Hiroshima il 6 agosto 1945, lasciandolo con problemi di salute di lunga durata.
Iida parla da tempo con i visitatori giapponesi di Hiroshima e spesso gli viene chiesto di parlare delle sue esperienze agli studenti, ma è stato ispirato a raggiungere un pubblico più ampio dopo il vertice del G7, tenutosi a Hiroshima l’anno scorso. “Sarà difficile abolire le armi nucleari senza diffondere la consapevolezza della realtà di ciò che è accaduto – racconta -. Molte persone non lo sanno. Con l’aumento dei turisti stranieri che vengono in Giappone, voglio avere più opportunità di raccontare la mia storia in inglese. Basarsi solo sul giapponese è limitante”.
In Giappone il numero di sopravvissuti ai due bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, noti come hibakusha, sta diminuendo e con loro anche i ricordi di prima mano degli attacchi e degli orrori che hanno portato. Secondo il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare, a marzo il numero dei sopravvissuti era di circa 107.000, con un’età media di 85,6 anni. Al Museo della pace di Hiroshima solo 32 sopravvissuti, tra cui Iida, stanno fornendo attivamente testimonianze.
All’epoca dell’esplosione della bomba Iida aveva 3 anni e pochi istanti prima stava giocando nel giardino dei nonni, a 900 metri dall’ipocentro dell’esplosione. “Il mio campo visivo diventò completamente bianco e venni scaraventato in aria”, ricorda. Seppellito sotto le macerie, con ferite causate dai vetri rotti e con intorno “tutto in silenzio”, fu salvato da un membro della famiglia. “Non ricordo un solo giorno da sano da bambino: avevo continui mal di testa e vertigini”, spiega, ricordando che a un certo punto gli fu detto che non sarebbe stato in grado di frequentare la scuola superiore.
Iida ha studiato l’inglese fin dalle scuole medie e ha continuato da adulto per comunicare meglio con i colleghi internazionali di un’azienda produttrice di macchinari. “Ho perso molte delle mie abilità in inglese per non averle potute usare durante l’epidemia da Coronavirus”, ha detto spiegando la scelta di tornare a prendere lezioni.
Nonostante il senso di speranza suscitato dal vertice del G7 di Hiroshima, Iida sente l’urgente necessità di una consapevolezza globale e di un’azione politica contro le armi nucleari, citando la minaccia del presidente russo Vladimir Putin di usare armi nucleari e le richieste di un ministro israeliano di colpire la Striscia di Gaza con una bomba nucleare nel corso del conflitto in corso. “Le armi nucleari sono spesso usate come minacce, ma con il loro uso non ci sono vincitori”.
Fonte : Asia