Sulla pagina Instagram Imane Khelif esulta, entusiasta per la sua prima vittoria. Non legge cosa moltissimi italiani le stanno scrivendo sui social network, ma ne ha un assaggio – non più scomposto della media – a commento del suo post: “Good man, enjoy your “win” (if only we could name it like this)”.
Il padre di Khelif, quand’era piccola, non voleva che boxasse perché lo sport non si addiceva a una donna. È riuscita a diventare una pugile, e alle Olimpiadi non potrebbe che partecipare affrontando altre donne come lei. Non ha mai parlato di come percepisce la sua identità di genere, e ciò che è noto (quindi quello cui bisogna attenersi) è che rispetta i criteri per l’accesso alle categorie femminili del Cio. C’è stato invece qualche problema con l’Iba (International Boxing Association) per livelli troppo alti di testosterone, ma si tratta di una federazione – da anni russocentrica se non addirittura “putiniana” – non più affiliata al Cio, sospesa nel 2019 per corruzione.
Oggi in Italia scopriamo che esistono persone intersessuali, cioè che sfatano con la loro stessa esistenza l’assunto conservatore sull’innaturalezza del non binario. In natura esistono persone come Imane Khelif, persone che fino a quando sarà binaria la suddivisione dei generi non potranno che partecipare alle competizioni sportive tra gli uomini o in alternativa tra le donne. Appunto lo ripeto: Imane Khelif non è un uomo, è una pugile, e alle Olimpiadi non potrebbe che partecipare affrontando altre donne come lei.
La napoletana Angela Carini, al contrario della politica italiana che evidentemente non ha affari più stringenti cui dedicarsi, ieri non aveva fatto polemiche e spiegato che si sarebbe regolarmente battuta con l’avversaria. Ha perso. Si è ritirata subito, perché evidentemente non ha resistito alla pressione di chi ha deciso di farne un baluardo della “purezza” e del “signora mia dove andremo a finire”.
Carini ha perso, e non perché Khelif sia intersessuale, non perché è una trans (non lo è), non perché ha il cromosoma Y nel suo corredo (non esiste alcuna prova di questa affermazione), non perché ha il testosterone alle stelle (è stata ammessa dal Cio quindi è risultato nella norma), e neanche perché non è una brava pugile. Angela Carini ha perso perché i vari Abodi, Salvini, e gli italiani che stanno seguendo i Giochi come fossero al bar o guardando Sanremo le hanno scaricato addosso 30 anni di oscurantismo, di cupa ideologia di un paese che va sempre più ingrigendosi e voltandosi alle spalle a guardare neanche cos’era, ma cosa racconta a se stesso di essere stato.
A Tokyo nel 2021 Khelif ha perso contro una donna ed è stata eliminata dalle Olimpiadi. La stessa cosa che oggi è accaduta alla nostra Angela Carini. A cui qualcuno ha deciso per il suo tornaconto ideologico ed elettorale di rovinare i Giochi. Qualcuno che – bisogna guardarsi allo specchio – non è certo una ragazza 25enne proveniente da una zona rurale dell’Algeria.
Fonte : Today