Intel licenzierà più del 15% dei suoi dipendenti

Intel taglierà oltre il 15% della propria forza lavoro, il che si traduce nel licenziamento di circa 17.500 persone, e sospenderà il dividendo a partire dal quarto trimestre, nel tentativo di invertire la rotta e concentrarsi sulla sua attività manifatturiera in perdita. L’annuncio, come riporta l’agenzia Reuters, è arrivato lo scorso 1 agosto.

Quali sono le motivazioni

Le previsioni del colosso di Santa Clara per il terzo trimestre sono inferiori alle stime di mercato, a causa di un calo della spesa sui semiconduttori tradizionali per data center e una particolare attenzione del mercato ai chip per l’intelligenza artificiale, settore in cui Intel è in ritardo rispetto ai rivali. Le azioni della società statunitense sono crollate del 20% il 2 agosto, subito dopo l’annuncio, riducendo il valore di mercato del produttore di chip di oltre 24 miliardi di dollari, in linea con un crollo generale delle azioni di chip statunitensi dopo una previsione prudente di Arm Holdings.

Il crollo non ha però interessato l’intero comparto. Il gigante Nvidia e la più piccola Amd hanno registrato un rialzo dopo l’orario di chiusura, evidenziando la loro miglior posizione rispetto a Intel per trarre vantaggio dal boom della tecnologia del momento. Da qui, la convinzione dell’amministratore delegato dell’azienda californiana di “avere bisogno di meno personale nella sede centrale, più personale sul campo, a supporto dei clienti” e la delineazione del nuovo obiettivo di “pagare un dividendo competitivo nel tempo, concentrandoci però in questo momento sul bilancio e sulla riduzione dell’indebitamento“.

La strategia

Intel, che al 29 giugno impiegava 116.500 persone (più i collaboratori esterni), ha fatto sapere che la maggior parte dei tagli di posti di lavoro sarà completata entro la fine del 2024. Ad aprile, l’azienda aveva dichiarato un dividendo trimestrale di 12,5 centesimi per azione. Quattro mesi dopo, si è trovata invece nel mezzo di un piano di ristrutturazione focalizzato sullo sviluppo di processori avanzati per l’intelligenza artificiale e sull’ampliamento delle sue capacità di produzione su commissione.

In questo senso l’obiettivo di Gelsinger è quello di recuperare il vantaggio tecnologico perso a favore di Taiwan, il più grande produttore di chip a contratto al mondo. La spinta a rafforzare tale attività ha aumentato secondo l’agenzia stampa britannica i costi aziendali e ha messo sotto pressione i margini di profitto. La società ha annunciato che ridurrà le spese operative e taglierà quelle in conto capitale di oltre 10 miliardi di dollari entro il 2025, più di quanto inizialmente pianificato.


Fonte : Wired