Chi è Vadim Krasikov, pedina centrale dello scambio di prigionieri Usa-Russia

Lo scambio di prigionieri tra Usa e Russia, il più importante dai tempi della guerra fredda, ha vari protagonisti, con ben 26 persone liberate ad Ankara. La pedina centrale risulta però una: Vadim Krasikov. È lui l’uomo per il quale Mosca si è spesa negli ultimi mesi affinché uscisse da un carcere tedesco. Per ottenere la sua liberazione si è esposto personalmente Vladimir Putin. Bisogna spostarsi in Germania per intercettare la storia di quest’uomo, che sarebbe da tempo al servizio del Cremlino. Krasikov è stato condannato per aver ucciso su suolo tedesco un ex comandante ceceno che aveva chiesto asilo a Berlino. Secondo i giudici, aveva agito per ordine delle autorità russe. Una sentenza che Mosca non ha mai digerito.

Liberarlo, come ammesso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, “non è stato facile” ma necessario per aiutare le persone arbitrariamente imprigionate da Mosca e Minsk. Lo scambio di prigionieri, che oltre a Usa e Russia, ha riguardato anche Germania, Bielorussia, Slovienia, Norvegia e Polonia, è avvenuta a porte chiuse, con i servizi di intelligence dei rispettivi Paesi che hanno condotto serrate trattative lontane dai riflettori dei media. Un metodo particolarmente apprezzato da Mosca, anche se i giornalisti più accorti avevano captato in anticipo i segnali delle mediazioni in corso tra autorità russe e occidentali. 

La richiesta di Putin in un’intervista tv 

La richiesta di liberazione di Krasikov era emersa pubblicamente dalla bocca di Vladimir Putin, seppur in maniera non esplicita. L’occasione: l’intervista televisiva a febbraio di quest’anno con l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson. Durante l’incontro il presidente russo aveva lasciato intendere che il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, detenuto in Russia con l’accusa di spionaggio, avrebbe potuto essere scambiato con Krasikov.

Scambio di prigionieri Usa-Russia: l’abbraccio tra il giornalista Evan Gershkovich e la madre

Pur non identificandolo per nome, la Ap ed altri media avevano colto il riferimento. Putin aveva parlato del “patriota” russo che stava scontando l’ergastolo per aver “liquidato un bandito” in “una delle capitali europee”. Krasikov in quel momento stava scontando una condanna all’ergastolo in Germania per l’omicidio, avvenuto nel 2019, di Zelimkhan “Tornike” Khangoshvili. La vittima era un cittadino georgiano di 40 anni di origine cecena che aveva combattuto le truppe russe in Cecenia, chiedendo in seguito asilo in Germania.

Chi è  Vadim Krasikov

Secondo le ricostruzione del media investigativo Bellingcat, Krasikov è nato nel 1965 in quello che oggi è il Kazakistan, ai tempi uno Stato parte dell’Unione Sovietica. L’uomo sarebbe stato un agente dell’Fsb, il servizio di sicurezza dello stato russo, anche se l’Associated Press non è stata in grado di confermare queste affermazioni. Padre di tre figli e sposatosi due volte, Krasikov non aveva precedenti penali, ma i registri ufficiali mostrano che era stato ricercato dalle autorità russe per l’omicidio di un uomo d’affari a Mosca nel 2013. Il caso era stato poi archiviato nel 2015. 

La condanna per omicidio risale al 2021, quando i giudici tedeschi lo accusano di aver ucciso il ceceno Khangoshvili, sostenendo che Krasikov avesse agito su ordine delle autorità russe. Queste ultime gli avrebbero fornito una falsa identità, un passaporto e le risorse per portare a termine l’omicidio. Il giudice presidente Olaf Arnoldi ha affermato che, in base alle prove analizzate, l’imputato russo risultava ingaggiato da un’agenzia di sicurezza russa, che probabilmente gli aveva chiesto di eseguire l’omicidio nel 2019. 

La falsa identità di Krasikov

I rappresentanti legali di Krasikov, oltre a negare la sua colpevolezza per l’omicidio, hanno contestato la sua stessa identità. All’inizio del processo l’imputato aveva detto di essere stato identificato erroneamente, essendo nato in Russia nel 1970 e non in Kazakistan nel 1965. Un’obiezione che la corte ha respinto. Secondo il giudice Arnolfi, un mese prima dell’omicidio le autorità russe avevano rilasciato a Krasikov un passaporto falso con lo pseudonimo di Vadim Sokolov, utilizzato per recarsi a Berlino. Il russo aveva sparato da dietro alla vittima con una pistola dotata di silenziatore nei pressi del parco Kleiner Tiergarten di Berlino.

Alcuni testimoni avevano visto il sospettato gettare una bicicletta, una pistola e una lunga parrucca scura nel fiume Sprea. La polizia, immediatamente allertata, lo ha rapidamente arrestato prima che potesse scappare su uno scooter elettrico. La condanna ha innescato un’intensa disputa diplomatica tra Russia e Germania. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito le accuse di coinvolgimento russo nell’omicidio di Berlino “assolutamente infondate”. Per dimostrarlo, alla via giuridica Mosca ha preferito quella diplomatica. 

Le altre persone rilasciate

La “diplomazia degli ostaggi”, oltre alla liberazione di Krasikov, ha portato la liberazione di 26 persone, inclusi due minori, ad Ankara, capitale della Turchia. Tra queste è stato liberato Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal condannato in Russia a 16 anni di prigione per spionaggio, l’ex marine statunitense Paul Whelan, la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva e il dissidente Vladimir Kara-Murza, privo di nazionalità statunitense ma residente negli Usa.  Ci sono poi dodici tra cittadini tedeschi e prigionieri politici russi che torneranno in Germania: Dieter Voronin, Kevin Lick, Rico Krieger, Patrick Schoebel, Herman Moyzhes, il politico dell’opposizione Ilya Yashin, l’attivista per i diritti umani Oleg Orlov, cofondatore dell’organizzazione per i diritti Memorial. 

Figurano nella lista anche due ex dipendenti del defunto politico dell’opposizione Alexei Navalny, Ksenia Fadeyeva e Lilia Chanysheva e l’artista contro la guerra Sasha Skochilenko. Infine Vadim Ostanin e Andrey Pivovarov. Otto in totale le persone che stanno tornando in Russia: Vadim Krasikov (dalla Germania), Artem Viktorovich Dultsev (dalla Slovenia), Anna Valerevna Dultseva (dalla Slovenia), Mikhail Valeryevich Mikushin (dalla Norvegia), Pavel Alekseyevich Rubtsov (dalla Polonia), Roman Seleznev (dagli Stati Uniti), Vladislav Klyushin (dagli Stati Uniti), Vadim Konoshchenock (dagli Stati Uniti). 
 

Fonte : Today