Manca davvero poco al raggiungimento delle 500.000 firme necessarie per indire il referendum sull’autonomia differenziata. La legge approvata dal governo Meloni, che concede alle Regioni maggiori poteri su 23 materie tra cui sanità, istruzione e trasporti. Infatti, la norma conosciuta anche come ddl Calderoli, dopo aver ricevuto il via libera dalla Camera dei deputati, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 26 giugno 2024. Tuttavia, coloro che si oppongono a questa legge, sostengono che nasconda il concreto rischio di ampliare le disparità tra Nord e Sud, mettendo a repentaglio i diritti fondamentali dei cittadini.
La piattaforma online
La raccolta firme ha visto un’accelerazione significativa anche grazie al lancio della nuova piattaforma digitale per la raccolta firme, attesa da quattro anni. Per aderire, basta accedere alla pagina dedicata del sito del ministero, autenticandosi tramite Spid, Cie o Cns. Una volta effettuato l’accesso, si può accedere all’“Elenco iniziative” e sostenere quella che si desidera selezionandola. A solo una settimana dall’avvio della raccolta firme online, attivata il 25 luglio, contro l’autonomia differenziata sono state già raccolte quasi 400 mila firme solo online, superando la metà del quorum. Migliaia di firme sono state aggiunte anche attraverso i gazebo e altri punti di raccolta. La campagna, sostenuta da Cgil, Uil, e altre associazioni, ha ottenuto un forte supporto dalle forze di opposizione (Pd, M5S, +Europa, Verdi e Sinistra). Mentre il comitato promotore del referendum è guidato da Giovanni Maria Flick, ex guardasigilli e presidente emerito della Corte Costituzionale.
Il comitato promotore ha annunciato che non si fermerà ai 500.000 contrassegni, ma punta a continuare la campagna per mantenere alta l’attenzione e ampliare la partecipazione, mirando a un milione di firme. Anche il Pd ha annunciato che continuerà la raccolta firme per sostenere la mobilitazione popolare. Nel frattempo, la presidente della regione Sardegna, Alessandra Todde, ha dichiarato che la regione impugnerà la legge Calderoli, avvalendosi del sostegno dei cittadini e del contributo di esperti per il ricorso alla Consulta.
L’iter referendario
Il percorso per un referendum abrogativo in Italia, come quello contro l’autonomia differenziata, è articolato e prevede diverse fasi. Inizia con la raccolta di almeno 500 mila firme di cittadini italiani aventi diritto al voto, che devono essere raccolte entro tre mesi dall’inizio della campagna referendaria. Queste firme vengono poi verificate dalla Corte di Cassazione. Se il quesito è ritenuto ammissibile dalla Corte Costituzionale, che verifica che non riguardi materie escluse dal referendum come, per esempio, leggi tributarie o di bilancio. Poi, il presidente della Repubblica dovrà fissare la data della consultazione, che deve avvenire in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Prima del voto, si svolge una campagna informativa. Il referendum è valido se partecipa al voto la maggioranza degli aventi diritto, e la proposta viene approvata se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi. In caso di esito positivo, la legge o parte di essa viene abrogata.
Fonte : Wired