Vaccino, una startup pensa a quello per ridurre i rutti delle mucche

Un vaccino per ridurre le emissioni – metaforicamente e non – delle mucche. Sembra uno scherzo, e invece è la tragicomica verità: i rutti delle mucche inquinano, e non poco. Per questo, da tempo si discutono possibili soluzioni per limitare la produzione di gas metano durante la fase di ruminazione dei bovini e ridurre così l’impatto che gli allevamenti hanno sul clima del pianeta. La start-up statunitense ArkeaBio sta testando un vaccino progettato proprio con questo scopo e New Scientist ha rivelato alcuni dei risultati degli studi in corso. Ecco di che cosa si tratta.

Quanto inquinano i rutti delle mucche

Ma facciamo un passo indietro. Perché i bovini producono metano durante la ruminazione? Questo accade ad opera di specifici batteri deputati al (lungo) processo di digestione della fibra vegetale che si trova nell’erba di cui si nutrono le mucche. In sostanza, questi batteri sono in grado di rompere i legami della cellulosa, un polisaccaride presente nei vegetali, con la conseguente produzione di metano.

Quest’ultimo viene poi rilasciato nell’ambiente soprattutto con i rutti e attraverso la decomposizione del letame delle mucche. Secondo un rapporto dello United Nations Environment Programme (Unep), le emissioni del bestiame rappresentano circa il 32% delle emissioni antropiche globali di metano.

Da tempo si stanno sperimentando diversi sistemi per ridurre queste emissioni, ad esempio sfruttando attivamente il letame per produrre biogas in modo controllato, oppure somministrando alle mucche mangime progettato per ridurre la generazione di metano nel loro apparato digerente. Un’altra strada, perseguita non solo da ArkeaBio ma anche da altre aziende e istituti di ricerca, è appunto quella dei vaccini.

Come funziona il vaccino

Secondo i risultati a cui New Scientist ha avuto accesso, le mucche che hanno ricevuto il vaccino sviluppato da ArkeaBio hanno prodotto mediamente quasi il 13% di metano in meno nel corso di circa tre mesi e mezzo. Lo studio è stato condotto nel 2023 e avrebbe coinvolto 10 mucche in totale, di cui cinque hanno ricevuto due dosi del vaccino e cinque sono invece servite come controllo negativo (cioè non lo hanno ricevuto). Nel corso del trial le mucche non avrebbero sviluppato particolari effetti collaterali e avrebbero mantenuto un tasso di crescita considerato normale.

Il vaccino, si legge sul sito della start up, è progettato per stimolare la produzione di specifici anticorpi nel sangue e nella saliva dei bovini, diretti contro i batteri responsabili della produzione di metano. Attraverso la saliva questi anticorpi arriverebbero poi al rumine, il primo “stomaco” delle mucche, quello dove si verifica la maggiore produzione di metano, per inibire i batteri metanogenici.

Sempre secondo quanto riporta New Scientist, la start-up vorrebbe ulteriormente migliorare le performance del vaccino, arrivando a ridurre del 15 o addirittura del 20% le emissioni di metano delle mucche per i tre o sei mesi successivi alla somministrazione. Secondo alcuni esperti i risultati sono promettenti, ma la strada per l’eventuale immissione in commercio è ancora lunga.

Fonte : Wired