L’autorevolezza e la tranquillità della prima sfida sono solamente un ricordo. Alex Ranghieri e Adrian Carambula non riescono a infiammare lo stadio del beach volley, sotto a una Tour Eiffel illuminata a fare da cornice. Troppo forte, per quanto visto sul campo, la coppia norvegese Mol-Sorum, una delle favorite per le medaglie, che domina l’incontro e chiude 2-0 (21-12, 21-15) senza mai rischiare nulla. Gli azzurri faticano fin dal primo punto e non riescono quasi mai a contrastare la supremazia degli avversari, una delle giustificazioni potrebbe ricercarsi in una frattura al pollice di Ranghieri, impossibilitato ad essere al top, ma lo stesso giocatore a fine gara pur sottolineando il problema precisa: “In campo, con l’adrenalina in corpo, non ho sentito niente”.
Lucidissima l’analisi di Carambula: “Non mi sembra che i nostri avversari abbiano fatto qualcosa di grandioso. Sostanzialmente siamo stati noi a metterci in difficoltà, complicandoci le cose facili e mettendo in campo una tensione eccessiva. Come me la spiego? Non lo so, io avevo una grande voglia, ma sono situazioni che si verificano in una gara. Non abbiamo proprio espresso il nostro valore”.
La frattura e il divario tecnico elevato
Concorda con l’analisi del compagno anche Ranghieri. Prima spiega l’infortunio accusato durante la sfida con gli olandesi “gestito comunque nel migliore dei modi grazie a uno staff medico di altissimo livello”. Durissimo però riuscire a contrastare la corazzata norvegese. “C’era un divario tecnico elevato, se iniziano a essere efficaci in ogni fondamentale e non ti fanno giocare finisci in cattiva luce. Noi potevamo fare qualcosa in più, ma siamo stati sconfitti da una delle favorite. A sprazzi nel secondo set siamo riusciti a mostrare qualcosa di positivo, ma è stato troppo poco”.
Adesso venerdì alle 10 con il Cile la sfida fondamentale per la qualificazione al prossimo turno.
Fonte : Today