Olimpiadi, a cosa servono i bizzarri occhiali del tiro a segno

Come da tradizione dei Giochi, anche alle Olimpiadi di Parigi 2024 gli atleti del tiro a segno entrano nel poligono con un’arma da fuoco in mano, che però non rappresenta l’elemento più minaccioso del loro equipaggiamento.

La medaglia d’oro per l’attrezzatura olimpica più inquietante dovrebbe infatti andare di diritto a quello che indossano sul viso: un paio di occhialini dall’aspetto cibernetico che non sfigurerebbero su Locutus di Star Trek.

Accessorio indispensabile

Gli sport olimpici meno seguiti dal grande pubblico tendono ad avere attrezzature insolite, e gli occhiali da tiro sono tra indubbiamente tra i pezzi di design industriale più bizzarri che si possano scorgere ai Giochi. A livello olimpico però sono la norma: “Oggi li usano praticamente tutti“, spiega Scott Pilkington, un armaiolo che in passato ha lavorato con tiratori olimpici.

Questo perché la chiave del tiro a segno non è tanto la messa a fuoco del bersaglio in sé, quanto l’allineamento del bersaglio con i mirini anteriori e posteriori dell’arma: “L’abilità di colpire il bersaglio consiste alla capacità di tenere correttamente i due punti in allineamento“, dice Pilkington. È un compito più difficile di quanto possa sembrare, che gli occhiali da tiro riescono ad agevolare grazie ad alcuni ingegnosi trucchi ottici.

Questi accessori hanno l’aria di essere molto complessi perché lo sono. Gli occhiali da tiro sono personalizzabili all’infinito; un paio del produttore svizzero Champion’s Choice per esempio è composto da quasi cento pezzi diversi. Detto questo, anche i modelli più articolati generalmente si riducono a tre componenti di base: una lente, un iride meccanico e una serie di paraocchi che penzolano dalla montatura come ciondoli da un bracciale.

Come sono fatti gli occhiali da tiro

La lente può essere modificata in base alla prescrizione oculistica del tiratore, anche se non è questo il suo vero scopo. Un occhio a riposo preferisce mettere a fuoco un oggetto lontano piuttosto che uno vicino, che richiede uno sforzo e può portare all’affaticamento. L’aggiunta di un pizzico di potenza alla lente (+0,50 diottrie) può aiutare l’occhio che gli atleti usano per mirare a mettere a fuoco il mirino, anche quando si concentrano sull’allineamento con il bersaglio in lontananza.

Fonte : Wired