Star Wars Outlaws, com’è la vita nel nuovo open world ambientato in una galassia lontana lontana

Ci sono videogiochi che appena li vedi sai già che sono destinati ad andare bene, non solo perché l’ambientazione ti convince o perché sembrano divertenti ma perché le varie parti si sommano in qualcosa che ha molto più potenziale dei singoli elementi: Star Wars Outlaws è senza dubbio uno di quei giochi che ha lasciato questa impressione fin dalla sua presentazione e probabilmente è una delle carte nella mano di Ubisoft che varranno di più nei prossimi mesi.

In fondo il concetto alla base del gioco è semplice: lasciarci vivere la nostra fantasia di canaglie galattiche alle prese con cartelli malavitosi, colpi audaci, sparatorie e battute taglienti. In un continuo avvilupparsi di doppi e tripli giochi per cercare di mettere i nostri avversari gli uni contro gli altri e tenerci i soldi.

Fin dai tempi della prima volta in cui avete visto Han Solo probabilmente avete desiderato un gioco così, eppure sarebbe facilissimo sbagliare, perché le aspettative sono molto alte. Tuttavia le circa 4 ore di prova che ci sono state date da Ubisoft sembrano dissipare ogni dubbio.

Star Wars Outlaws, disponibile dal 30 agosto per PlayStation 5, Xbox X ed S e PC, è collocato temporalmente tra i film L’Impero colpisce ancora e Il Ritorno dello Jedi, più precisamente dopo la battaglia di Hoth. Protagonista dell’avventura è Kay Vess, che in compagnia del fido animaletto Nyx ha assemblato il classico gruppo di personaggi poco raccomandabili per mettere a segno un colpo, farsi un nome nel sottobosco criminale e riempirsi le tasche. Le prospettive sono interessanti perché raramente il mondo di Star Wars guarda verso il suo lato oscuro, preferendo raccontare le grandi vicende eroiche, ma è nei vicoli, nei bar malfamati e nelle sbruffonate dei contrabbandieri che si trovano le sue parti più affascinanti.

Pad alla mano, dopo pochi minuti è evidente come l’impianto ludico di Outlaws sia in qualche modo mutuato da Assassin’s Creed e dall’esperienza maturata da Ubisoft con i suoi capitoli più esplorativi. Questo non vuole dire che Kay si arrampica e lotta come un assassino: il gioco ha una sua identità precisa e non cerca mai il confronto, ma la sua tendenza a essere furtiva, alcune animazioni, e uno speeder che di fatto fa le veci di un cavallo ricordano tanto certi tizi incappucciati con lama celata.

La prima parte della nostra prova si è svolta su Toshara, un pianeta roccioso e verdeggiante in cui abbiamo preso dimestichezza con il sistema di alleanze e il ritmo di gioco e che presumibilmente farà da sfondo alla prima parte dell’avventura. Il primo impatto dal punto di vista visivo è decisamente appagante, nonostante la nostra prova si sia svolta giocando in remoto, quindi sul dettaglio grafico aspettiamo la versione finale. Passeggiare per le vie di Mirogana, la città principale di Toshara, è un’esperienza affascinante: le voci degli scommettitori e dei venditori, l’invito a sedersi a un tavolo dove si gioca il Sabacc, le guardie imperiali che fanno un controllo di routine, le luci, lo sporco, la musica, tutto contribuisce a creare un’esperienza coerente, affascinante. È Star Wars, è tu ci sei dentro.

Tuttavia dopo un po’, ai giocatori più scafati, o a chi non sceglie di cedere del tutto al patto narrativo del gioco, sarà palese che finito l’effetto sorpresa le vere interazioni offerte dagli spazi urbani sono limitate. Questo non vuole dire che fuori e dentro le città non ci siano un sacco di incarichi da portare a termine, ma che gli ambienti sono un po’ come diorami con animatroni in cui alcuni parlano con noi ma il resto del mondo fa da scenario.

Ovviamente non mancano i mille legami con quanto visto nei film, come la possibilità di visitare Kijimi, pianeta che abbiamo visto in Episodio 9 e che è completamente diverso da Toshara, con le sue atmosfere da villaggio asiatico cosparso di neve. In questo senso sarà fondamentale che il gioco garantisca un buon numero di atmosfere e biomi differenti. Le scelte, di sicuro, non mancano. Così come non mancano un po’ di avventure a bordo della Trailblazer, l’astronave di Kay, con cui potremo partecipare a emozionanti combattimenti in mezzo a campi di asteroidi e trovare qualche materiale utile per i miglioramenti. Lo spazio è un’altra delle ambientazioni che potremo esplorare, ovviamente limitandoci a quello attorno ai pianeti principali, prima di decidere di atterrare e svolgere qualche missione.

In tutta la sua avventura Kay dovrà giostrarsi tra 4 fazioni criminali: i Crimson Dawn, i Pyke, il Clan Ashiga e gli Hutt. Ognuna ha i suoi metodi, il suo stile, un determinato approccio alle missioni che può essere più o meno furtivo e, ovviamente, una serie di reciproche rivalità incrociate. Svolgere la missione per una delle fazioni aumenterà la loro benevolenza nei nostri confronti e sbloccherà negozi speciali, l’accesso ad aree segrete e altri bonus, ma allo stesso tempo potrebbe attirare l’odio di altri clan. Questo vuole dire che magari possiamo comprare un bonus speciale dell’arma dagli Hutt, ma magari se in un bar incontriamo degli Ashiga potrebbe scatenarsi una sparatoria.

Il gioco stesso incentiva questa meccanica concedendo spesso la possibilità di cambiare schieramento durante una missione. Per esempio, potremo decidere a chi dare una determinata informazione, o magari lasciare prove che incolpano un altro clan rispetto a quanto previsto. Le molte missioni secondarie sono un altro aspetto con cui potremo influenzare il nostro orizzonte di alleanze e rivalità, con la speranza che le nostre scelte influenzino davvero il corso della storia.

Per quanto riguarda il combattimento, Kay non è ovviamente una Jedi né una combattente di prima linea, ma sa difendersi all’occorrenza. La maggior parte delle missioni prevedono di infiltrarsi in luoghi proibiti cercando di non destare sospetti, senza però dimenticare un buon bilanciamento tra furtività e azione. Di solito ci sarà sempre un condotto d’aerazione opportunamente non controllato, dal quale potremo accedere al nostro obiettivo. Speriamo che nel gioco finale ci sia più varietà di approcci.

Quando ci sarà da mettere mano al blaster potremo contare sulla nostra fida pistola, che potrà essere migliorata nel corso del gioco, così come il nostro equipaggiamento. Per esempio, potremo contare su proiettili a ioni che disabilitano gli scudi o i droidi, oppure su un colpo stordente, se il bersaglio ci servisse vivo. Combattendo potremo anche ricaricare un’abilità speciale che permette a Kay di rallentare il tempo ed eliminare automaticamente un piccolo gruppo di nemici, molto utile nelle sparatorie prolungate.

Essendo Star Wars, non poteva mancare un droide o un animaletto a fare da mascotte e in questo caso ci pensa Nix, un incrocio tra un gatto, un draghetto e un axolotl (per i più curiosi, il nome ufficiale della specie è merqaal) che all’occorrenza può attivare interruttori lontani, distrarre le guardie o attaccarle per tenerle occupate.

Non c’è alcun dubbio che Star Wars Outlaws possa avere ottime chance per essere uno dei titoli in cima alle classifiche di questo inverno. Le uniche perplessità che possono sorgere riguardano la struttura delle missioni e la varietà di esperienze che potremo vivere assieme a Kay: a fine agosto capiremo se Ubisoft avrà centrato questo obiettivo, se l’intrico di accordi e tradimenti funzionerà nel modo giusto e se la storia (come in effetti sembra) sarà stata scritta per tenerci costantemente tra l’eccitazione per il prossimo colpo.

Fonte : Repubblica