Povertà, la ministra Calderone difende Adi e Sfl ma finora vanno peggio del previsto

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Assegno di Inclusione, le ultime notizie

La ministra del Lavoro Marina Calderone ha dato alcuni numeri su Assegno di inclusione e Supporto formazione e lavoro: i beneficiari sono meno del previsto (nel caso del Sfl meno di un terzo). La ministra ha parlato del calo del rischio di povertà (che con le misure non ha nulla a che fare) e criticato il Rdc.

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“Sono 697mila le domande accolte per l’Assegno di inclusione ricevute, con 1,7 milioni di persone coinvolte”. La ministra del Lavoro Marina Calderone, durante il question time alla Camera, ha risposto così a una domanda che riguardava le misure del governo contro la povertà. Il numero viene dall’Osservatorio Inps lanciato a inizio luglio, e infatti è aggiornato fino alla fine di giugno. Per l’Assegno di inclusione questa cifra sarebbe a ‘solo’ poche decine di migliaia di famiglie dall’obiettivo che il governo si era prefissato – ma si parla di “domande accolte”, non di assegni che già vengono erogati (che a maggio erano 625mila) né di famiglie prese in carico (che a fine giugno erano 634mila). Per il Supporto per la formazione e il lavoro, poi, la distanza è ancora più netta: 96mila beneficiari, quando per il governo avrebbero dovuto essere oltre 300mila.

I numeri dell’Assegno di inclusione e le previsioni del governo

L’osservatorio Inps fornisce anche l’importo medio dell’Assegno di inclusione: 617 euro a famiglia a maggio, quando a ricevere l’aiuto nel complesso sono stati 625mila nuclei familiari. Come detto, le prese in carico finora sono state 634mila e le domande accolte 697mila. Anche immaginando che tutte queste diventino a breve famiglie beneficiarie e si sfiori quota 700mila, la misura varata dal governo Meloni per sostituire in parte il Reddito di cittadinanza sarebbe ancora al di sotto dell’obiettivo fissato nella relazione tecnica del provvedimento che ha lanciato l’Adi: qui, a pagina 42, si parlava si 733mila famiglie beneficiarie ogni mese, in media, per il 2024. Mancherebbero quindi diverse decine di migliaia di famiglie all’appello, da coinvolgere nei prossimi mesi.

L’attacco al Reddito di cittadinanza

Nella sua risposta al M5s, la ministra Calderone ha anche insistito che “l’Istat ci parla di povertà in calo”, parlando del calo del rischio di povertà in Italia. Un dato che però risale al 2023, e che quindi non ha nulla a che fare con l’Adi del governo Meloni, lanciato nel 2024. Lo stesso rapporto dell’Istat, peraltro, sottolineava che nonostante il calo del rischio di povertà il numero di italiani in povertà assoluta ha raggiunto il livello più alto dal 2014: 5,7 milioni di persone.

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Calderone ha criticato il Reddito di cittadinanza, definito come “mero assistenzialismo che ha danneggiato il mercato del lavoro”, anche per la sentenza della Corte europea che ha definito “discriminatorio” il requisito dei dieci anni di residenza in Italia richiesto ai cittadini stranieri. Le due misure del governo Meloni invece ne richiedono cinque, “in linea con l’ordinamento europeo”.

Non solo, ma il Rdc è stato attaccato anche perché avrebbe raggiunto “al massimo il 37% delle famiglie in povertà assoluta in assenza di sostegni pubblici”, mentre circa il 40% dei beneficiari della misura sarebbero stati al di fuori di questa categoria, e quindi secondo la ministra non meritevoli del sostegno. Tuttavia, come sottolineato dal M5s nell’interrogazione, l’Adi oggi ha 1,6 milioni di beneficiari “su 5,7 milioni di poveri assoluti, vale a dire il 28%” delle famiglie in povertà assoluta. Meno, dunque, del Rdc. “Non a caso in Sicilia, dove 93.750 famiglie sono rimaste senza sostegno, Forza Italia ha presentato un disegno di legge per reintrodurlo”, ha affermato Dario Carotenuto (M5s).

La delusione del Supporto formazione e lavoro

C’è poi un ultimo punto: il Sostegno alla formazione e al lavoro. L’assegno del governo Meloni per chi è “occupabile”, che viene erogato solo se la persona che ha fatto la richiesta frequenta corsi di formazione o altre attività per entrare nel mondo del lavoro. La stessa Calderone ha affermato, citando l’Inps, che “parliamo di 96mila persone“. In questo caso, il confronto con gli obiettivi fissati dall’esecutivo è durissimo. La stessa relazione tecnica già citata, poche pagine più in giù, stimava che nel 2024 i beneficiari sarebbero stati 175mila nel 2023 e ben 322mila nel 2024. Per adesso, quindi, siamo a meno di uno su tre rispetto a quanto previsto.

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Fonte : Fanpage