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Chico Forti è stato “scambiato” con gli assassini americani del carabiniere Mario Cerciello Rega? Dopo il comunicato di Unarma, il sindacato dei Carabinieri, che ipotizza una sorta di “scambio di prigionieri” tra i tre, il Pd ha chiesto che il Governo smentisca, mentre Alleanza Verdi e Sinistra ha chiesto una interrogazione parlamentare al ministro Crosetto.
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Chico Forti è stato “scambiato” con gli assassini americani del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma nel luglio del 2019? Da ore non si parla d’altro e il Partito Democratico ha chiesto che il Governo intervenga ufficialmente per smentire la denuncia. Ma cosa sta succedendo? Facciamo un passo indietro.
Il comunicato di Unarma
Tutto è partito da un comunicato di Unarma, il sindacato dei Carabinieri, datato 27 luglio, che ipotizza una sorta di “scambio di prigionieri” tra Chico Forti, tornato in Italia dopo 24 anni e accolto dalla premier Giorgia Meloni con un cerimoniale che per molti non si addiceva a un condannato in via definitiva per omicidio, e i due cittadini americani Lee Elder Finnegan e Gabriel Christian Natale Hjorth, condannati per l’omicidio del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
Le accuse sono pesanti. Nel comunicato si legge che “già nel 2019 un articolo de Il Giornale si ipotizzava in tempi non sospetti uno scambio di prigionieri, suggerendo che i due studenti americani avrebbero potuto scontare la loro pena negli Stati Uniti in cambio del rientro in Italia di Chico Forti, condannato all’ergastolo per omicidio negli Stati Uniti. Oggi, a distanza di cinque anni, ci troviamo di fronte a una situazione in cui i due assassini del Vicebrigadiere Cerciello Rega hanno ricevuto uno sconto di pena. In particolare, Gabriel Christian Natale Hjorth potrà scontare gli arresti domiciliari in una casa a Fregene e non possiamo escludere, in un futuro prossimo, il trasferimento in Usa e la liberazione dei due assassini. Non vogliamo credere che il rientro in Italia di Chico Forti, considerato un truffatore e un omicida negli Stati Uniti, sia stato barattato, per oscure convenienze politiche con il sangue versato da un servitore dello Stato”.
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Nel comunicato i carabinieri fanno riferimento anche agli ultimi sviluppi del caso Chico Forti, che al momento è detenuto nel carcere veronese di Montorio. “È ancor più preoccupante – si legge nella missiva – apprendere che, una volta rientrato in Italia, Forti avrebbe contattato un detenuto legato alla ‘ndrangheta con l’intento di mettere a tacere due giornalisti, Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli, oltre a una terza persona, confermando di fatto la valutazione della sua elevata pericolosità sociale fatta in passato da Marco Strano oltre che dal Procuratore di Miami Katherine Fernandez Rundle, che aveva esplicitamente sottolineato in una intervista all’Herald Tribune nel 2022 la non opportunità di trasferire in Italia Forti e di concedergli un regime carcerario più permissivo. Questa inquietante cronistoria non solo offende la memoria del Vicebrigadiere Cerciello Rega, ma getta un’ombra sul nostro sistema giudiziario. Gli assassini del nostro collega hanno ricevuto degli sconti di pena, e ciò è inaccettabile”.
Alleanza Verdi e Sinistra: “Interrogazione al ministro crosetto”
Il primo a intervenire sulla questione è stato il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali, Filiberto Zaratti, che ha annunciato di aver chiesto “una interrogazione parlamentare al ministro Crosetto nella quale diamo rilievo a un comunicato del sindacato dei Carabinieri Unarma dello scorso 27 luglio dove si chiedono spiegazioni circa l’ipotesi che i primi lascerebbero l’Italia per andare a scontare la pena negli Stati Uniti, in cambio del percorso opposto compiuto recentemente dall’uomo condannato per l’assassinio di Dale Pike. Se questo scenario fosse vero il Governo Meloni, pur di far tornare in Italia un detenuto ‘amico’ e mostrare i muscoli con l’opinione pubblica, avrebbe umiliato le donne e gli uomini dell’Arma che hanno perso un collega per opera di due criminali”.
Il Pd: “Il governo Meloni smentisca”
Poi, è intervenuto anche il Pd: “I ministri Piantedosi e Nordio smentiscano l’ipotesi che vi sia stato uno scambio Italia-Usa tra i condannati per l’omicidio di Mario Cerciello Rega e Chico Forti. Uno scambio che avrebbe previsto la possibilità che i primi lasciassero l’Italia per andare a scontare la pena negli Stati Uniti, in cambio del percorso opposto compiuto recentemente dall’uomo condannato per l’assassinio di Dale Pike. Se le informazioni pubblicate dalla stampa si rivelassero vere, ci troveremmo di fronte a un caso in grado di minare profondamente la credibilità del governo nella sua azione di cooperazione giudiziaria con Stati esteri”, hanno dichiarato i deputati Marco Simiani, Debora Serracchiani, Stefano Graziano, Vincenzo Amendola e Fabio Porta, firmatari di un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della Giustizia, Carlo Nordio.
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Fonte : Fanpage