Insabbiamento di un’inchiesta su mafia e appalti, indagato a Caltanissetta ex procuratore Pignatone

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L’inchiesta a cui si fa riferimento è quella risalente al 1992, relativa ai presunti rapporti fra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura e il gruppo guidato da Raul Gardini, un’indagine su mafia e appalti su cui si era concentrata anche l’attenzione di Paolo Borsellino: “Ho dichiarato la mia innocenza, contribuirò alle indagini”.

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Giuseppe Pignatone, ex procuratore aggiunto di Palermo, poi procuratore a Reggio Calabria e a Roma, è indagato a Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sul presunto insabbiamento dell’indagine su mafia e appalti, nel 1992. Il magistrato, che oggi presiede il tribunale di Città del Vaticano, si trova in queste ore nel palazzo di giustizia nisseno per essere interrogato.

L’inchiesta a cui si fa riferimento è quella risalente al 1992, relativa ai presunti rapporti fra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura e il gruppo guidato da Raul Gardini, un’indagine su mafia e appalti su cui si era concentrata anche l’attenzione di Paolo Borsellino. In particolare, gli indagati sono accusati di aver insabbiato un’indagine della procura di Palermo – all’epoca guidata da Gioacchino Natoli – partita da una segnalazione della procura di Massa Carrara sui mafiosi Buscemi e Bonura, poi confluita nel filone principale del capoluogo siciliano. Dopo tre mesi, nel giugno del 1992, Natoli chiese l’archiviazione .

Con Pignatone non a caso sono indagati, per favoreggiamento a Cosa Nostra, anche l’ex sostituto procuratore a Palermo, Gioacchino Natoli, e il generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti. Il 5 luglio scorso Natoli era stato convocato nella procura di Caltanissetta per essere interrogato e si era avvalso della facoltà di non rispondere, riservandosi di chiedere agli inquirenti un successivo interrogatorio in cui fornire “ogni utile chiarimento”. Secondo i magistrati nisseni, avrebbe aiutato a sfuggire alle indagini alcuni imprenditori mafiosi, avrebbe chiesto l’archiviazione di un filone d’indagine dell’inchiesta mafia-appalti e disposto la distruzione di bobine con intercettazioni rilevanti. Anche il generale Screpanti, all’epoca capitano, è stato interrogato e ha risposto alle domande dei pubblici ministeri.

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“Ho dichiarato la mia innocenza in ordine al reato di favoreggiamento aggravato ipotizzato. Mi riprometto di contribuire, nei limiti delle mie possibilità, allo sforzo investigativo della Procura di Caltanissetta”, è stato il commento all’ANSA dello stesso Pignatone.

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Fonte : Fanpage