La prima medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi di Parigi è stata vinta dal nuotatore Nicolò Martinenghi. Nei 100 metri rana maschili, infatti, si è guadagnato il primo posto sul podio con 59 secondi e 3 centesimi, un tempo non così basso, dato che il suo record è di 58 secondi e 26 centesimi, mentre quello mondiale è di 56 secondo e 88 centesimi. Ma non solamente lui: molti altri nuotatori e nuotatrici sembrerebbero non riuscire a dare il massimo. Da qui è nato il dibattito sul motivo per cui i tempi, in linea generale, siano più alti delle aspettative e tra le diverse ipotesi è stata avanzata anche quella secondo cui la piscina della Defense Arena di Parigi sia “lenta”.
La piscina in un stadio di rugby
Molte gare di nuoto si svolgono in stadi realizzati per altri sport, principalmente per aumentare il numero di spettatori, e la decisione di farlo in una arena che ospita la squadra francese di rugby Racing 92 per le Olimpiadi di Parigi 2024 ha avuto una reazione ampiamente positiva con oltre 15 mila posti a sedere. Tuttavia, in uno sport in cui la differenza tra oro e argento può essere anche solo di un centesimo di secondo, le condizioni della piscina possono essere decisive. In particolare, secondo la teoria più comune riportata anche dal sito specializzato swimswam.com, il motivo per cui i tempi degli atleti non siano così eccezionali risiede nel fatto che la piscina della Defense Arena è meno profonda del solito.
La profondità della piscina
Come ricorda il Guardian, ci sono quattro fattori principali che possono determinare il ritmo di una piscina. Per prima cosa la profondità, che dovrebbe essere sufficiente da ridurre l’impatto delle onde che colpiscono il fondo della piscina e generano turbolenze, ma abbastanza bassa da consentire ai nuotatori di vedere il fondo e utilizzare le piastrelle come punti di riferimento per la loro velocità. Secondo il regolamento della World Aquatics, la federazione mondiale del nuoto, una piscina deve essere profonda non meno di due metri, anche se lo standard olimpico di 3 metri è considerato la profondità ottimale (soprattutto se ospita altri sport come il nuoto sincronizzato). La piscina di Parigi, anche se ospiterà solo il nuoto, è profonda 2,20 metri, ossia 80 centimetri in meno rispetto a quella delle Olimpiadi di Tokyo. Il problema, quindi, sembrerebbe essere che le onde causato dai nuotatori, soprattutto dopo il tuffo, rimbalzino sul fondo della piscina, creando turbolenze che rallentano la loro velocità di nuotata. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal che ha intervistato un professore del Georgia Tech, “più la piscina è bassa e più energia viene restituita e questo vale soprattutto per la virata”.
Altri fattori
Anche la temperatura dell’acqua rientra nei requisiti di World Aquatics, tra 25°C e 28°C, in modo che i nuotatori possano riscaldarsi adeguatamente ma non surriscaldarsi. Anche gli scoli per l’acqua devono essere abbastanza grandi da assorbire l’effetto delle onde che colpiscono i lati della piscina. I canaletti troppo piccoli, infatti, renderebbero svantaggiati i nuotatori nelle corsie esterne, che sarebbero maggiormente colpiti dalle turbolenze. Alle Olimpiadi, inoltre, le due corsie esterne non vengono utilizzate per creare condizioni di maggiore parità. Infine, le piattaforme di partenza antiscivolo consentono ai nuotatori di effettuare una partenza potente.
Non conta un solo parametro
La dinamica dei fluidi è una branca della fisica estremamente complessa, ed è quindi riduttivo pensare che un solo unico parametro possa spiegare la “lentezza” di una piscina. Se da una parte la profondità di una piscina è sicuramente importante, infatti, dall’altra ci sono una moltitudine di altri fattori che determinano le prestazioni di un atleta, tra cui per esempio il riposo, l’alimentazione, i fattori psicologici.
Fonte : Wired