Magna Graecia Film Festival, Kevin Costner a Catanzaro per Horizon – An American Saga

Kevin Costner è in Calabria, ospite alla 21esima edizione del Magna Graecia Film Festival, dove mercoledì 31 luglio presenterà il primo capitolo di Horizon – An American Saga, l’ultimo film da lui scritto, diretto e interpretato. Durante l’incontro con la stampa alla Cittadella Regionale di Catanzaro, l’attore e regista americano ha spiegato che la pellicola “racconta di lotte e combattimenti, perché andare verso il west ha sì realizzato i sogni di chi è arrivato, ma ha portato lo schiacciamento dei popoli che vivevano là”. Ha inoltre anticipato che “il secondo e il terzo film della saga sono ancora più duri del primo”. Ai microfoni di Sky TG24, Costner ha inoltre spiegato le origini della pellicola. “A volte è la storia che sceglie me. Quando inciampo in una storia, quando la incontro, capisco subito, perché è come se suonasse un campanello, ci fosse il suono che mi risveglia e mi innamoro di questa storia, di cui non mi disinnamoro mai. Per esempio, con Horizon, me ne sono innamorato nel 1988 e ho cominciato a realizzarlo nel 2021-2022. Quindi, l’amore non svanisce”. Anzi, si è trasformato in “una storia che si dipana nel corso di 12 anni ed è uno spaccato di cosa fosse attraversare l’America nel 1800. Un luogo estremamente pericoloso, con persone che arrivavano spinte dalla speranza, che non avevano la benché minima idea di dove stessero andando, che non sapevano come si dovesse vivere in queste aree: la giusta ricetta per il disastro”. Alla stampa, l’artista ha spiegato anche che in Italia “volevo venire con un film diretto da me, perché se c’è qualcosa che non vi piace potete dirmelo in faccia”, e ha ribadito di essere “molto orgoglioso di Horizon, un viaggio in America che diventa migliore con la presenza di donne protagoniste. C’è Sienna Miller, donna di talento e bellezza, e ci sono quattro o cinque giovani attori e attrici di grandissimo talento: sicuramente ne sentirete parlare in futuro”. Nel frattempo, l’accoglienza del film negli Stati Uniti è stata piuttosto tiepida, ma il fatto non ha preoccupato Costner, perché “era successo anche con Fandango. I miei film vengono apprezzati prima in Europa e solo dopo dagli americani. È accaduto anche con Balla coi lupi”. Del resto, “i finanziatori europei ci hanno creduto subito, mentre per il resto ci ho dovuto investire io. Quello che voglio è scegliere un progetto in cui credo per far sì che la mia vita si espanda. Ma il mio sogno è compreso più all’estero che in America”.

L’AMORE PER L’ITALIA

Prima di girare in Italia Fandango, “che ha avuto più successo qui che in America”, Kevin Costner conosceva il nostro Paese tramite libri e film. L’esperienza “mi ha fatto crescere, mi sento molto legato all’Italia”. In particolare, “il mio rapporto con l’Italia è molto importante. Io vengo da una famiglia che non aveva molti mezzi economici, quindi non avevamo l’opportunità di viaggiare. Tutto quello che ho imparato sull’Italia, l’ho imparato dalle immagini, l’ho imparato dai racconti. Devo dire che ho imparato tantissime cose e ho visto quanto sia importante questo Paese da un punto di vista storico. L’Italia ha dominato il mondo, Roma ha dominato il mondo, era assolutamente un Paese che io dovevo venire a visitare, e ho avuto l’opportunità di farlo”, ha raccontato ai microfoni di Sky TG24. L’artista ha fatto poi un paragone con gli Stati Uniti: “Il nostro Paese, l’America, è un Paese estremamente giovane. Qui, invece, basta arrivare in aereo e guardare fuori dal finestrino per renderti conto di quanto il Paese sia ricco di storia, ed io lo adoro”. Questo vale anche per la Calabria: “Questa terra è un set ideale non per un western ma per una storia d’amore, considerata la bellezza dei paesaggi che ho visto e che vedo”, ha aggiunto secondo quanto riferisce Il Lametino. Intanto, con Horizon, “più di 2000 persone vedranno il mio film e chiuderanno gli occhi per vivere il sogno di tornare all’età di 15 anni. Un film se funziona resterà per sempre, si ricorderà per tutta la vita”. Tutto questo nonostante “viviamo in un’epoca in cui un film viene giudicato dal risultato del botteghino nel primo weekend”, anche se secondo lui “il modo corretto per giudicare un film è la sua durata nel tempo”. Per di più, Horizon “non è un film da weekend, il mio obiettivo è che entri nel vostro cuore, che vi commuova e vi faccia versare lacrime”.

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Fonte : Sky Tg24