L’Europa “prolunga” la vita dei cellulari: entra in vigore il diritto alla riparazione

Sono entrate finalmente in vigore le nuove norme europee sul cosiddetto “diritto alla riparazione” dei consumatori. Bruxelles aveva chiesto che i cittadini dei Ventisette potessero riparare più facilmente i prodotti che acquistano, soprattutto i dispositivi digitali. Detto, fatto.

Lo scorso aprile, gli eurodeputati avevano adottato la direttiva Ue che mirava, tra le altre cose, a ridurre la quantità di rifiuti generati nel blocco e a incentivare un’economia circolare più verde. Ora anche i governi nazionali hanno approvato le nuove regole, che incoraggiano abitudini di consumo più sostenibili da parte degli acquirenti e delle pratiche di vendita più responsabili da parte dei produttori.

Riparare i prodotti difettosi sarà quindi più facile in Ue, evitando di sostituirli periodicamente e permettendo quindi un doppio risparmio: nelle tasche dei consumatori e a livello delle emissioni inquinanti generate nella produzione delle merci e nello smaltimento dei rifiuti. “Le nuove regole renderanno le riparazioni una realtà, e non solo durante il periodo di garanzia legale. E questo contribuirà anche allo sviluppo dell’intero ecosistema della riparazione, del riutilizzo e della ristrutturazione”, ha dichiarato Didier Reynders, commissario per la Giustizia.

I produttori saranno obbligati legalmente a offrire a prezzi accessibili i servizi di riparazione in tempi ragionevoli, laddove la riparazione debba essere svolta da personale qualificato, oppure direttamente i pezzi di ricambio se si tratta di operazioni che i consumatori possono effettuare autonomamente.

Vietate, inoltre, le pratiche che impediscono la riparazione (direttamente o indirettamente), e vietato anche rifiutarsi di riparare i prodotti venduti. Questo significa che i pezzi di ricambio dovranno essere forniti dai produttori, i quali dovranno anche evitare di ricorrere a clausole contrattuali o tecniche (tanto di hardware quanto di software) che in qualche modo ostacolino la riparazione. E non potranno impedire ai consumatori di ricorrere a pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da riparatori indipendenti. 

Quanto alla garanzia, ai consumatori è garantita l’estensione di un anno di quella legale nel caso in cui decidano di riparare il proprio prodotto difettoso anziché sostituirlo con uno nuovo. Verrà inoltre creata un’apposita piattaforma europea online con ventisette sezioni nazionali per aiutare i consumatori a trovare i centri che forniscono questi servizi (inclusa la vendita di prodotti ricondizionati e la cernita di articoli difettosi, nonché le riparazioni gestite dalle comunità come i cosiddetti repair café) a livello locale. 

Per incentivare nella cittadinanza la cultura del riuso sarà inoltre disponibile un modulo, in un’unica versione per tutti i Ventisette, grazie al quale i consumatori potranno valutare e confrontare i servizi di riparazione. Gli Stati membri dovranno infine attuare delle strategie per promuovere la cultura e la pratica della riparazione: ad esempio attraverso buoni d’acquisto, fondi per i servizi di riparazione, campagne informative, corsi di riparazione domestica o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalle comunità.

La direttiva non è direttamente applicabile negli ordinamenti giuridici nazionali: gli Stati membri hanno tempo fino al 31 luglio 2026 per recepire tutte le nuove norme e trasporle nella propria legislazione interna.

Fonte : Today